RACCONTI EBRAICI

Questo libro narra la dura rinascita di un popolo caparbio: le umiliazioni, le callosità di un’esistenza spesa tra a cercare di respirare attraverso le strette morse d’acciaio di una discriminazione millenaria, nei vicoli fatiscenti dei luoghi riservati al “popolo di Giuda”.

Certamente non si tratta di fiabe edificanti e non sempre i protagonisti sono persone piacevoli, sono anzi spesso ruvidi, scostanti, ma l’autore ne mette anche bene in evidenza il perché.

Se si cerca una cultura mite e simpatica, come quella che traspare dai films di Woody Allen, non la si troverà qui. Quella cultura avrebbe potuto svilupparsi soltanto dopo, nell’America delle luci del varietà. Qui siamo ancora in Europa, una Europa tutto tranne che amichevole per i discendenti di Mosé.

Questo libro è un libro vero, infatti le narrazioni sono costruite ripercorrendo i passi reali dei protagonisti, e senza dubbio dà una testimonianza rara di dolore e resilienza, quella stessa che ho trovato studiando Victor Zorza per il libro sul “Maestro di Tiziano Terzani”. Ecco, la storia di Zorza potrebbe a buon diritto star fra queste, d’altra parte il periodo e il popolo, sono quelli. Quando si studia il popolo ebraico, specie quando ci si concentra su quegli ebrei quelli che hanno vissuto con mano la persecuzione nei periodi peggiori di essa, ci si trova spesso davanti ad una grande lezione. Ti insegnano, col semplice esempio della loro vita, con l’inevitabile forza della volontà di sopravvivenza, quanto la vita possa avere senso ancora ancora e ancora: ogni volta che tu costruisci e ti distruggono quello che hai costruito, puoi sempre ritrovare un senso, ricostruire una cosa, andare avanti su un binario completamente nuovo. E questa è una lezione contro la depressione, una lezione pratica, seria, decisiva, che avrei voglia di aggiungere al mio “Trovare la calma nella tempesta”.

Il libro che stringete fra le mani è un volumetto che Salvadori assemblò per le edizioni HET, di cui ero allora direttore, attorno al 2005. Per una miriade di altri progetti, finimmo poi per pubblicare altro. Oggi, a dieci anni dalla scomparsa dell’autore e per celebrarlo, ho deciso di dar luce a questa gemma sepolta, perché credo sia una lettura sapida ed arricchente, sia per gli ebrei che per i gentili.

Per tutti quegli esseri umani che vogliono imparare quanto la vita sia dura e quanto si può sempre scegliere di lottare invece che commiserarsi.

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