In occasione del forum 2016 del liceo Pascoli a Firenze la nostra associazione ha fornito 6 “conferenzieri suicidi”, ovvero 6 persone disposte a tenere 8 conferenze su 8 argomenti diversi in 4 giorni. Qua sopra trovate la video cronaca di quei giorni, qua sotto ce ne parla uno dei sei conferenzieri sopravvissuti: Alessandro Nanni.
Se qualcuno di noi avesse scommesso una lira, che saremmo usciti dalle giornate del forum al Liceo Pascoli con un po’ di nostalgia, quella tipica che tutti noi ci portiamo dietro per le cose che finiscono troppo presto, gli avremo consigliato piuttosto di tenersi quella lira.
Personalmente, non mi era mai capitato di tenere delle conferenze. Non mi era mai capitato nemmeno di parlare di fronte a dei ragazzi, se escludo quella volta che fui intervistato da una classe media inferiore sul tema della serendipità. Stavolta, almeno formalmente, si trattava di una situazione ben diversa e, per certi versi, anche più complessa: tenere dei seminari di fronte a ragazzi e ragazze liceali.
Al liceo fiorentino era il primo anno che gli studenti organizzavano un forum e, nonostante le normali difficoltà del caso, le aspettative sono state di gran lunga superate. Certo, non sono mancati rimproveri da parte di alcuni professori, o da una parte degli studenti stessi, che denunciavano una mancanza circa la libertà di scelta tra una conferenza, anziché un’altra. Quel che è sicuro, è che il tutto, che, d’altronde, fa anche parte del gioco, era in forma costruttiva, allo scopo di migliorare un’eventuale futura occasione simile.
Cinque giorni, dal martedì al venerdì, due conferenze ogni mattina, due ore ciascuna: numeri che non hanno fermato la Suicide Squad.
Io, nelle giornate di forum al Liceo Pascoli, non volevo soltanto tenere conferenze di fronte ai ragazzi: desideravo creare una dimensione in cui gli studenti non fossero più (almeno per quelle due ore) limitati dalla preoccupazione di provare a dire soltanto cose giuste, per apparire meritevoli di fronte al professore, ma esprimessero tutti loro contenuti. Perché di questo hanno bisogno gli studenti: avere di fronte ragazzi, che gli siano vicini da un punto di vista generazionale, per essere più facilmente compresi. Di fatti, gli studenti e le studentesse della Pascoli si sono dimostrati molto abili nell’accogliere i vari seminari e nell’argomentare le proprie opinioni, mostrandosi maturi e interessati. Merito evidentemente dell’educazione scolastica che essi ricevono dagli insegnanti del Liceo. Da questo punto di vista, noi relatori siamo stati, per così dire, facilitati nel coinvolgere la classe.
Che cosa mi resterà dunque di quelle giornate? Indimenticabili saranno le risposte “musicali” di alcuni studenti e studentesse del primo anno, dopo la mia lezione su alcuni grandi cantautori degli anni’60-’70: da Robert Johnson, Johnny Cash, Bob Dylan, De André per finire a… Ginza (ho capito bene?!). Ma, per usare le parole dello stesso De André, “non è che i giovani d’oggi non abbiano valori; hanno sicuramente dei valori che noi non siamo ancora riusciti a capir bene, perché siamo troppo affezionati ai nostri”. Non dimenticherò le interpretazioni adolescenziali e ingenue, ma non per questo meno degne di quelle accademiche, seguite alla lettura di alcuni passi della filosofia nietzschiana. Indimenticabile sarà anche il professore che pensava a una rima con “Attanasio” cercando di aiutare i ragazzi per il premio del caffè, istituito da me medesimo (chi avrebbe trovato la rima, avrebbe, di conseguenza, vinto il diritto di andare a prendermi un caffè). Non dimenticherò nemmeno gli occhi delusi della professoressa, che mi raccontava la sua esperienza da vittima del sistema burocratico scolastico: potenziamento, fase C, lezioni assieme a un altro insegnante, cose che, se un ragazzo che sognasse di diventare docente, fosse informato di tutte queste “beghe” (non trovo un termine più alto), non è escluso che la sua ambizione cambierebbe direzione.
Infine, sarà impossibile dimenticare che la Suicide (speakers) Squad è riuscita a sopravvivere più che dignitosamente alla missione: non farsi uccidere dai liceali, e, soprattutto, dalle signore addette a far entrare o lasciare fuori gli studenti.
8 CONFERENZE OGNUNA DI 2 ORE , IN 4 GIORNATE NON MI PARE UN SUICIDIO———-io facevo 12 ore di duro lavoro in 1 giorno
"Mi piace""Mi piace"
Le conferenze vanno anche preparate, dietro 2 ore di conferenza c’è ne sono mediamente 20 di studio. Non è che arrivi lì e ti metti al lavoro come in fabbrica. Con tutto il rispetto per il lavoro in fabbrica eh. Ma fai le proporzioni 😉
"Mi piace""Mi piace"