IMBUFALITISSIMI

teatro in un attodebunk

personaggi:
Chiara Menteschierata
Mister De Bunk
voci al telefono
pubblico in sala

Scena: lo studio televisivo della trasmissione Monologo Aggressivo. Una sedia al centro e basta. In scena Chiara Menteschierata.

C – Salve a tutti e benvenuti ancora una volta a Monologo Aggressivo qui su Tele Qualunque. Io sono Chiara Menteschierata ed oggi qui con noi c’è il noto mago della verità Mister De Bunk.

Entra M. vestito come un prestigiatore con il frac e la tuba, il mantello nero, lo scettro e la mascherina che pare Phantomas o Mandrake. Allarga le braccia con gesto magico e magnanimo, tutti urlano e applaudono, qualcuno sviene. M. sorride e non parla, meraviglioso.

Si siede sulla sedia a lui dedicata e si avvolge nel mantello diventando una figura indistinta.

C – Intanto ci dica Mister De Bunk, qual’è il suo mestiere di preciso…

M – Io sono un Mago della Verità signorina, il mio incantesimo è rivelare a tutti ciò che esiste veramente.
Tutti in sala – Oooohhh…

C – Ci faccia un esempio, ci faccia un esempio?

M – Non posso madamigella, io non posso senza che qualcuno…

C – Ma certo ma certo mi scusi infinitamente… chiediamo telefonate… telefonate da casa!

Squilla il telefono.

T – Ciao Chiara sono Pecorilla da Porto Uno, frazione di Venti Oppiù.

C – Ciao Pecorilla, grazie per averci tirato su l’audience con la tua voce da chioccia ritardata!

P – Figurati grazie a te per l’occasione di rendermi ridicola davanti al mio paesello, tra l’altro volevo salutare il mio ragazzo, Torello. Ti amo Torello e giuro che non ti tradisco mai più con tuo fratello dietro l’autorimessa del ristorante di mare dei tuoi!!!! Ops, l’ho detto!!! No scusa non è vero che ti ho tradito con tuo fratello, o almeno non sono andata oltre il sesso orale giuro che io…
C – Grazie grazie grazie anche per questa perla di gossip raccapricciante che sicuramente darà un ulteriore uppercut al nostro share ma… cosa volevi chiedere al Maestro?

T – E chi se lo fila? Io volevo solo fare un po’ televisione e far parlare tutto il mio paesello delle maialate che ho fatto col fratello di Torello, non so mica nemmeno chi è quel tizio lì. – tu tu tu tu…

C – Bene studio, passateci un’altra telefonata ma vediamo che questa volta abbiano domande per il Maestro che ci è costato un troppilione e dobbiamo pur giustificare la sua presenza agli sponsors.

Squilla il telefono.

T – Ciao Chiara sono tua madre vorrei proprio sapere cos’è quel feto che ho trovato nel cestino di camera tua e… tu tu tu tu…

C – Pare che la telefonata abbia avuto dei problemi tecnici. Grazie studio per averli opportunamente creati. Abbiamo finalmente una telefonata con un arcicappero di domanda?

Squilla il telefono.

T – Ciao Chiara, sono Torello e volevo dire a mio fratello e a quella maiala sudicia di Pecorilla che… tu tu tu…

Silenzio imbarazzato.

C – Bene. Allora?

Squilla il telefono.

T – Salve signorina, sono il professor Dino Sauro, sono stato suo ospite tante volte non so se ricorda…

C – Professor Sauro! Quanto tempo! Certo che ricordo, come va?

T – Bene bene, lei la vedo dimagrita…

C – Sì sì grazie… almeno lei avrà una caspita di domanda per il nostro Maestro spero…

T – Sì certo… volevo solo sapere se è vero che la famosa crema di nocciole Budella fa male alla salute come dicono quasi tutti gli scienziati oppure uccide sul colpo come dice una piccola parte di scienziati estremisti.

M., che ha ascoltato annuendo seriamente, si solleva dalla sedia con gesto plateale allargando le braccia e così facendo fa volare indietro il suo mantello.

M – Grazie per averlo chiesto. Innanzitutto devo premettere che le mie doti di grande oratore sono seconde solo alla mia precisione analitica, alla mia precisione scientifica ed ovviamente alla mia sconfinata modestia. Ora che sapete questo vi verrà più facile e semplice capire con quale riguardo accettare ciò che dirò: nessuno. Non dovrete informarvi ulteriormente, scavare, informarvi, arrovellarvi, questionarvi… NO! Io basto. Io sono prova sufficente e necessaria, analisi necessaria e sufficente. A me gli occhi!

Tutti – Ohhh….

M – Per questo primo esperimento prenderò due persone a caso, due volontari dal pubblico. Si alzino gentilmente due volontari a caso di cui uno in buona salute e l’altro a digiuno da così tanto tempo che se non mangia qualcosa entro due minuti morirà.

Si alzano due persone dal pubblico.

M – Benissimo. Come vedete questo è in ottima salute e questo qua invece non mangia da così tanto tempo che se non mangia qualcosa entro due minuti morirà.

I due annuiscono.

M – Adesso si porti una vasca di Budella!

Entrano due guardie che portano una vasca di Budella.

M – Perfetto. Ora date un cucchiaino di Budella all’uomo sano e tenete l’uomo digiuno ben lontano da essa.

Nonostante le resistenze dell’affamato, l’ordine viene eseguito dalle guardie.

M – E ora… – rullo di tamburi e battito di piatti circense – Un uomo è morto! Vedete? E quale? Quello che ha mangiato la Budella? È forse morto lei?

Uomo sano – Eh… no.

M – No! Non è morto! E non ha neppure danni persistenti o di alcun tipo alla sua salute. Ha danni persistenti o di alcun tipo alla sua salute lei?

Uomo sano – Ehm… no… no.

M – E l’altro uomo? Che dire dell’altro uomo? Vorremmo intervistarlo, certo, ma non possiamo! E perché? Perché è morto, ecco perché!! Allora in base all’esperimento infallibile qui effettuato davanti ai vostri occhi increduli io affermo che la Budella non fa né male né malissimo ma bene! Benerrimo! Essa è il succo stesso della vita! Infatti con essa si vive e si è in salute mentre senza di essa… solo la nera coltre della morte ci attende.

M. si piega in un inchino a lutto avvolgendosi nuovamente nel suo mantello, gli applausi scrosciano come l’acqua da una cascata di alta montagna. La cavia ancora viva torna a posto in mezzo al pubblico, quella morta viene portata via dietro le quinte e M. torna a sedere involtato nel mantello.

C – Incredibile, incredibile signori telespettatori e telespettamucche, incredibile! È felice professor Sauro? Ora non ha più dubbi!

T – Io veramente… tu tu tu…

C – Sì che è felice, glielo dico io! Adesso tutti sanno che la Budella fa bene, anzi salva la vita! – altro applauso scrosciante – Sentiamo se ci sono altre telefonate!

Un uomo si alza dal pubblico.

U – Maestro, maestro, vi prego, diteci se il riscaldamento climatico è colpa dell’industria agraria o di quella metallurgica, vi prego….

C – Bene, una questione dal pubblico in sala è sempre la benvenuta! Può dirimere questa questione Mister De Bunk?

M, riaprendo il mantello – Certo che posso e lo farò! – applausi scroscianti, qualcuno risviene.
C – Ma prima ci levi una curiosità… perché proprio lei che smaschera bufale e falsi miti porta una maschera e un nome fasulli? Su, ci faccia fare un po’ di gossip anche su questo, che a noi il gossip non basta mai…

M, indignato – Signorina, mi stupisco di lei! Ovviamente non posso.

C – Ma perché?

M – Come può non capirlo? È così chiaro!

C – Ma no, non lo capisco, orsù, ci dica ci dica…

M – Ma signorina, si contenga! Non posso proprio dire il mio nome o svelare il mio volto!
C – Nemmeno se le promettessi che poi io e e lei in camerino facciamo quelle cosine che facevano Pecorilla e il fratello di Torello dietro al…

M – Ma no! Ma cosa dice? È forse impazzita?

C – Suvvia…

M – Suvvia un corno! Lo sa lei quanti complottisti mi vogliono morto? Orde e orde di creature nere che strisciano nella notte lubriche e lombriche, viscide e vilipendenti… Mister De Bunk deve restare Mister De Bunk e nessuno deve scoprirne il nome o il volto perché il male si sconfigge solo col male e la perversione solo con una perversione ancor maggiore e la malvagità solo con il diavolo in persona, mi par chiaro! Ora inchinati dinnanzi al verboso verbo inverante che vivifica ogni vile vanità vanagloriosa! Io sono V per Velodicoio! Io sono sempre e sempre sarò solo soltanto e nientepopodimeno che… Mister De Bunk!!! – M alza lo scettro, tutti applaudono, qualcuno trisviene, C si inginocchia.

Dopo qualche attimo di esultanza M. richiama al silenzio con le mani, C. torna in piedi, M. si schiarisce la gola e parla.

M – Ma torniamo alle cose serie. Il quesito era…

Uomo del pubblico, sempre più implorante – … se il riscaldamento climatico è colpa dell’industria agraria o di quella metallurgica, vi prego…. Maestro delucidateci!!

M – Bene bene bene… per togliere di mezzo questo seccante dubbio basta ancor meno che nel caso precedente: io qui ora sotto i vostri occhi lo farò svanire come neve al sole.

Pubblico – Ohhh…

M – Seguite il mio breve ragionamento carissimi! Tutti gli esperti dicono che il riscaldamento climatico è colpa dell’industria agraria o di quella metallurgica vero?

Pubblico – Sììì!!!

M – Ma fortunatamente abbiamo un esperto qui con noi, che io ho ben pagato e ben istruito per casi come questo. Esperto?

L’esperto sale sul palco.

M – Benissimo. Questo è il signor Primo Checapita, viene da Borgo Lemiesgus e di mestiere è disoccupato ma ha una laurea in climatologia quindi possiamo definirlo un esperto. Certo, un esperto disoccupato che se non dice quello che voglio io stasera non mangia. Ma pur sempre un esperto. E ci dirà cosa ne pensa. Cosa ne pensa signor Checapita?

P, tremante – Ovviamente è una bufala. Il riscaldamento climatico è causato solo dal calo dei consumi e dai fumi dei cervelli che pensano. Se consumassimo di più e pensassimo di meno svanirebbe in circa due o tre minuti primi.

M – Avete visto? Niente da temere! Comprate di più e pensate di meno! Basta che ci sia una sola voce fuori dal coro che possiamo dire che il problema è più complesso e che le opinioni sono discordi. Ovviamente poi siccome io lavoro con Super Normal che possiede ormai tutte le radio, televisioni e giornali del paese, si faranno prime pagine sull’opinione del mio esperto e si ridicolizzeranno le altre. Niente da temere gente, niente da temere! Comprate di più e pensate di meno!

Grande ovazione mentre l’esperto torna tra il pubblico in lacrime per la vergogna di essere se stesso. La bagarre del pubblico esultante non si è ancora calmata quando un altro uomo dal pubblico chiede:

U – Diteci maestro, come possiamo uscire dalla crisi economica? Salvateci dal signoraggio e dalla bancarotta o voi che tutto potete!

M, minaccioso – Signoraggio bancario? Non conosco niente del genere! Spiegati meglio, umile mortale…
U, imbarazzato – Beh, io Maestro… dicevo solo che… beh… secondo tutti gli economisti… poi sicuramente sbaglieranno ma insomma… la nostra moneta viene prodotta da banche private verso le quali siamo sempre in debito perché… beh… se la moneta la producono loro e noi la prendiamo in prestito da loro è chiaro che per renderla ne dobbiamo sempre chiedere in prestito di più da loro e poi ancora di più e di più ancora…

M – Bene, bene… non facciamola lunga. E che cos’è la bancarotta invece?

U – Beh… come quando una nazione non può più pagare gli stipendi ai suoi impiegatoti statali e nemmeno far arrivare dall’estero le risorse di cui ha bisogno… tutti iniziano a morire di fame oppure suicidarsi per debiti e gran parte dei beni di una nazione vengono venduti ad altre nazioni, insomma… la nazione si distrugge, si sgretola e…

M – Benissimo! Basta così. Ho la soluzione.

Pubblico – Ohhh…

M – Con la sola imposizione delle mani io dichiaro… – rullo di tamburi e battito di piatti circense – Che il signoraggio bancario non esiste e che la bancarotta non arriverà mai perché il nostro paese si sta riprendendo, i ristoranti sono pieni e le famiglie nostrane si stanno arricchendo! Gioite, tutto è bene quel che io dico che finisce bene, gioite! Gioite! Gioiteeeee!

Ovazione, M. torna a sedere avvolto nel mantello.

C, ancora applaudendo – Benissimo, grazissimo, incredibilissimo! Mister De Bunk ci ha ancora una volta aperto gli occhi e mostrato la Verità. Eccezionale! Ma ecco che abbiamo ancora una telefonata da casa! Pronto, chi sparla?

T – Ciao Chiara, sono MariaRitardetta, ciaoooo!!!

C – Ciao MariaRitardetta, da dove ci chiami?

T – Da San Pietrino in provincia di Buscale! Ciaoooo!!!

C – Ciao cara ciao, cosa volevi chiedere al maestro che poi deve andare a casa perché gli si freddano le patate coi fiocchi d’avena?

T – Ecco sì, volevo dire… mio padre è un vecchio comunista di quelli come non li fanno più e che devono solo morire e dice sempre che Mister De Bunk è un servo del potere e che già il fatto che esista vuol dire che siamo in dittatura. Volevo chiedere se per favore lo potevate smentire in diretta così poi lo prendiamo in giro e lo induciamo al suicidio come è giusto fare coi sovversivi….
C – Mister De Bunk?

M. si alza platealmente come sempre.

M – Certo che posso! Io posso tutto chiaramente! State bene attenti alle mie parole: io non esisto! E ve lo dimostrerò! Prego un volontario dal pubblico.

Tutti applaudono mentre un volontario sale sul palco dal pubblico.

C, durante l’applauso – Il nostro simpatico e megacarismatico Mister De Bunk ci mostrerà che non esiste, incredibile telespettatori e telespettamucche, incredibile!

M – Ora lei mi vede caro volontario?

V – Beh sì sono davanti a voi Maestro…

M. gli da un pugno in faccia.

M – E ora volontario? Mi vedi?

V, guaiendo – No maestro, no, non vi vedo più…

M – Ma mi senti vero volontario?

V – Vero Maesro, vi sento, vi sento…

M. gli da due schiaffoni a panino sulle orecchie.

M – E ora mi senti volontario?

V – Ahia ahia!

M – Bene, caro pubblico, ciò che non si vede e che non si sente non esiste, perciò io, Mister De Bunk, vi ho dimostrato fuor da ogni plausibile dubbio che… – rullo di tamburi e battito di piatti circense – non esisto! Buona serata e sogni di melassa a tutti.

In mezzo al delirio degli applausi M. si inchina avvolgendosi nel mantello e svanisce in un nuvola di fumo.

C – Bene bene bene carissimi telespettatori e telespettamucche, abbiamo assistito alla Vera Verità Veridica che più Vera non si può veritare. All’uscita troverete un kit con occhiali agli infrarossi per individuare i complottisti e fruste e bastoni per dare loro quello che meritano. E mi raccomando: se li fate sanguinare molto, se urlano molto, se ci sono fratture esposte… mandate il video a noi di Tele Qualunque che ci facciamo una bella puntata sopra! Buona notte e… state sempre stressati e repressi! La linea al telegiornale, arrivederci, arrivederci!

Applausi,

Sipario.

Guido G. Gattai

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