LA VOCE DEL SUPERMERCATO

Teatro in un atto.

In filodiffusione una radio commerciale anonima, con pezzi rock tutti uguali, di un’allegria tristissima. In scena un vecchietto, una signora incinta con un bambino alla mano, un uomo incravattato sui quaranta, una donna normalbella normalbrutta molto infiocchettata, una ragazza acqua e sapone, due vecchiette ciananti. Tutti portano un carrello vuoto. Si aggirano per il palcoscenico, le due vecchiette ciananti cianano, la signora in cinta cerca di far star buono il bambino che le grida di tutte. La musica viene interrotta da una voce:

Voce – Dlin dlon! State cercando una carta assorbente che assorba più di ogni altra carta assorbente con cui abbiate mai assorbito? Al reparto sette, tra gli insaccati, potete trovare Carta Slurp, la carta più assorbente con cui abbiate mai assorbito, è multiuso, mutipratica e multi economica: ne potete acquistare tre fogli a soli euro 99,99, affettatevi prima che gli altri clienti la assorbano al posto vostro!

La signora con bambino esce correndo. La musica commerciale ricomincia. Le vecchiette cianano, il signore incravattato cerca una scusa per attaccare discorso con la donna normalbella normalbrutta. Iniziano a parlare, sembra che lei ci stia. Il dialogo è un normale dialogo borghese, in cui ogni frase appare all’altro come un fase ovvia e di circostanza, i due rispondono sempre naturali e fluidi come se avessero potuto dir loro stessi quel che l’altro vien dall’aver detto.

SI – Buongiorno, mi scusi, sa dove si possono trovare gli orsetti di peluche? È il compleanno del mio nipotino, sa… Il figlio di mio fratello maggiore, non di mio figlio, si capisce…
DNN – Oh, un giovane zio, quindi? Da quanto?
SI – Due anni, compie due anni.
DNN – Che carino! E come si chiama?
SI – Un nome qualunque, i genitori non avevano voglia di perdersi in scelte, han seguito la tradizione e l’han chiamato Abulafia De Muta Callimum Salafià Aristoclo Saprofita Demofonte. Un po’ insipido, ma nella vita il nome non è tutto, certo.
DNN – Era il nome di vostro padre?
SI – Ma no, del biscugino della futura suocera del neonato, si capisce. La tradizione va rispettata alla lettera, quando la si rispetta.
DNN – Beh, certo…
SI – Io comunque avevo proposto Mario. Ma per loro era troppo sopra le righe. Ma che dico, un po’ di frizzantezza nella vita non fa mica poi male! O no?
DNN – Beh, certo, Mario sarebbe stato più originale. Oggi chi è che non si chiama Abulafia De Muta Callimum Salafià Aristoclo Saprofita Demofonte. Ma infondo… Magari “Mario”… Si sa, i bambini a scuola son cattivi, l’avrebbero magari preso in giro. Un nome comune lo aiuterà ad integrarsi.
SI – Alla fin fine è quel che mi sono detto anch’io.
DNN – Ma un orsetto non sarà un regalo troppo aggressivo per un bambino così piccolo? Non so… Gli orsi sono grandi, pelosi, con tutti quei denti e quegli artigli… E poi sono carnivori.
SI – Beh, pensandoci meglio in effetti… non so, era solo la prima cosa che mi era venuta in mente. Magari in effetti oggi come oggi un regalo così aggressivo è più indicato per una femminuccia. Per un maschietto lei che mi consiglia?
DNN – Non so.. Un fucilino, magari. Piano, lineare, fa solo quello che gli dici di fare, non morde e non sbrana. Mi pare più… come dire? Dolce, ecco.
SI – Sì, un bel fucilino, come ho fatto a non pensarci subito! Magari rosa, che ne dice?
DNN – Ma no, così me lo traumatizza! Questi colori violenti son buoni per le ragazzine, i maschietti han bisogno di cose pacifiche e rilassanti, che so? Un bel verdemilitare, che fa pensare agli alberi, alle foreste, i ruscelli, gli abeti… Magari un fucile vero, ecco! Così fa anche un po’ di fuochetti d’artificio che ai bambini piacciono sempre.
SI – E tre o quattro cartucce, così lo potrà iniziare ad usar da subito, che ne dice?
DNN – Mi pare un’ottima idea. Ma lo sa che lei è proprio un bell’uomo?
SI, contrariatissimo – Le ho dato motivo di offendermi?
DNN – Ma no, suvvìa! Voi uomini siete tutti così: come le donne, ma senza ironia e senso di responsabilità.
SI, imbarazzato – Così mi lusinga… – poi suadente in crescendo – Beh, comunque devo ammetterlo: anch’io da quando l’ho vista non ho potuto far altro che pensare quanto le sta male quella pettinatura. E quel vestito… dove ne ha trovato uno tanto orribile? Lo sai che lei è veramente lo sposalizio perfetto tra ineleganza e cattivo odore?
DNN, suadente a sua volta – Questa conversazione si sta facendo interessante… erano anni che non trovavo un conversatore così scadente…
SI – Beh, se la conversazione inizia a farsi scadente potremmo provare a continuarla a letto, sotto tiepide lenzuola di seta al suono di un buon disco di Beethoven, petali di rosa ovunque…
DNN, contraddetta ma accondiscendente – Per chi mi ha preso! Non sono certo QUEL genere di donna! Ma certo, che se mi invitasse in un fast food di quart’ordine e mi volesse violentare nella toilette delle donne…
SI – Sì, ha ragione, meglio iniziare con le cose semplici, romantiche… sa, noi uomini siamo sempre irruenti…

Stano iniziando ad avvicinarsi, forse si baciano quando:

Voce – Dlin dlon! State cercando un contrappeso per la vostra bilancia ottocentesca? Al reparto diciannove, dietro il banco degli insaccati, vasto assortimento di nani da giardino alla modica cifra di 9.999,99 il pezzo. Correte a comprarli, e a gettare via la vostra inutile bilancia ottocentesca!

Ricomincia l’odiosa musichetta.

DNN – Ohmmioddio! Nani da giardino! Ne ho sempre sognati due o trecento da incollare a testa sotto sul soffitto del mio monolocale! È stato un piacere conoscerla, davvero, ma devo fuggire! – corre via
SI, accennando a inseguirla – Aspetti, vengo con lei! Mi lasci almeno il fax del suo piccione viaggiatore! Oh, accidenti, troppo tardi, l’ho già persa…

Mentre il signore incravattato ricomincia il suo triste peregrinaggio, le vecchiette cercano di socializzare con il vecchietto.

Vta1 – Guarda quel fustacchione!
Vta2 – Ma che dici Enghelberta! Non ti vergogni a guardare i ragazzini? Quello avrà due o tre anni meno di te!
Vta1 – E chi se ne impippa, Sofronisbaccia dei miei stivali! La vita va vissuta alla goccia, dico io!
Vta2 – Ma sei sempre aggressiva in un modo te… Voglio dire, prenditene uno della tua età per una volta. Che penseranno le amiche del bridge se anche questa volta gli arrivi con un ragazzino nuovo? Sempre di tutte le età e di tutte le nazioni, ecco cosa diranno! Dieci anni fa te ne stavi con un ragazzotto di un anno meno di te che veniva da Poggioalto… Voglio dire… Che non potevi sposare uno di Poggiobasso come tutte? Sempre te e le tue stranezze, te e le tue stranezze… Poi, dopo tre anni di matrimonio… paf! Eri di nuovo sola soletta e pronta a nuove conquiste.
Vta1 – Ma che strabombolo stai farfugliando Sfronisbaccia! Tra Poggioalto e Poggiobasso ci son solo tre chilometri, un anno non è niente e poi non ti entra ancora in testa che non ho mai divorziato?
Vta2 – Ma come no? Dopo tre anni, paf! Eri di nuovo sola soletta e pronta nuove conquiste, te! Me lo ricordo bene, sai?
Vta1 – Ora ti tiro un’ombrellata su quella zucca vuota da peperone malbollito, sai?! Lo vuoi capire che Agenore era morto di canchero virulento ai coglioni!? Non abbiamo divorziato! Era cancro ai coglioni! E ora son sette anni che non trombo, arcipispolina!
Vta2 – E allora? Io non ho mai trombato in tutta la vita mia e sto benissimo.
Vta1 – Ma se prendi il té tutti i giorni con le tue amiche fantasma e dormi abbracciata a un transformer di peluche!
Vta2, presa in contropiede – Ora che c’entra offendere le mie amiche e il mio cane?
Vta1 – Ehi, bel fustacchione! Yuhu!
Vto – Ciao sventole, come vi butta!
Vta2, arrossendo – Ma che screanzato…
Vta1, obrellando sulla testa la Vta2 – Ma stai zitta vecchio pignattiderma!
Vto – Volete un passaggio sulla mia due ruote, piccole?
Vta1, stupita ed emozionata – Hai un bolide qua fuori?
Vto – No, il bolide è nei pantaloni, ma fuori ho una carrozzella col sidecar che ha vinto diversi premi alle sfilate paramediche.
Vta1 – Sono tua, prendimi oh mio Chirone!
Vto, cingendole un braccio in vita – Veramente mi chiamo Mario, ma tu puoi chiamarmi come vuoi, o mia Euridice!
Vta2 – Mario? Che nomi strani che hanno certi giovani d’oggi!
Vto – A dire il vero mi chiamo Abulafia De Muta Callimum Salafià Aristoclo Saprofita Demofonte, ma “Mario” mi da un tono esotico…

Voce – Dlin dlon! State cercando del pane a pedali o uno spremiagrumi per i giorni di pioggia? Al reparto 47, davanti al banco degli insaccati, troverete cravatte per tutti gusti. Oggi in promozione quelle a pois con scritto “andalusia portami via” e ” viva la lo stato libero di Fridonia”. Affrettatevi, prima che in Fridonia venga istaurata una nuova dittatura!

Ricomincia la musichetta scema.

Vto – Scusatemi signore, ma non sia mai detto che io permetta la dittatura in Fridonia! – esce di corsa.
Vta1, agitando l’ombrello – Maledizione! Maledetta vociaccia, me l’hai fatto scappare! Scendi qui che ti prendo a ombrellazzate sulla testa!
Vta2 – Ma che dici Enghelberta? Ha già avuto anche troppi uomini, tu! Vuoi che le amiche del bridge mormorino?
Vta1 – E che devono mormorare Sofronisbaccia!? Il primo marito mi è partito in guerra dopo la luna di miele e mi ci si è fatto pure ammazzare (il tordodellone), il secondo me lo son preso dopo quarant’anni di solitudine e m’è morto di canchero sai tu ben dove e questo è tutto. Sai che zoccola!
Vta2 – E quel bacetto in quarta elementare che mi hai confessato sbronza alle nozze di platino di Dagoberto e Petronilla?
Vta1, ombrellando sonoramente la Vta2 – Ma tu sei proprio una serpe incrociata con un vampiro emofiliaco, Sofronisbaccia! Io ti abbasso di tre centimetri a ombrellate e poi ti rialzo di sei col medesimo sistema, che ti credi?!?

Voce – Dlin dlon!  Avete bisogno di sapone? Avete bisogno di pomodori affumicati? Sotto il banco degli insaccati si apre una botola che conduce alle segrete dove teniamo prigionieri gli orsetti gommosi in promozione. Affrettatevi prima che muoiano di fame e di noia!

Vta1, improvvisamente felice – Sofronisbaccia! Gli orsettini gommosi!
Vta2, anche lei felice e immemore delle ombrellate – Gli orsettini gommosi attaccaticci che ci si attaccano tutti alla dentiera e ci fanno il solletichino! Corriamo!
Vta1 – Corriamo!

Escono. Correndo. Non si capiva?
La ragazza acqua e sapone e il signore incravattato restano soli in scena.

SI – Scusi se la disturbo, signorina… lei cosa cerca?
Ras (parla sempre un po’ come svampita) – Boh, mi guardavo un po’ in giro… e lei?
SI – Un orsacchiotto per il mio nipotino. Fa due anni domani. Cioè… Il figlio di mio fratello, non di mio figlio… si capisce… – sorride.
Ras – Si capisce…
SI – Beh, cercherà anche lei qualcosa, immagino. Magari non qualcosa in particolare… Come dire? Qualcosa in genere. Uno spazzolino, un paio di scarpe, una salvietta… Magari non una di preciso.
Ras – Beh, certo, cercavo qualcosa, ma temo non ci sia.
SI – Ecco, infatti. Non mi pareva proprio che lei fosse il tipo di ragazza che se ne va per centri commerciali perché non ha nulla da fare.
Ras – No no, in effetti sono qui perché ho moltissimo da fare, moltissimo, non potrei andar più di fretta, in un certo senso. Cioè, voglio dire: la vita è breve, no?
SI – Sì, può darsi… non ci ho mai riflettuto a lungo, in effetti.
Ras – Beh, magari ci rifletta un po’: la vita è breve anche per perder tempo a non sapere che è breve.
SI – Non metto in dubbio, ma le pare il caso di essere così esistenzialista in un banalissimo centro commerciale?
Ras – Oh, no. In effetti non mi pare il caso. Ma non credevo di venire in un… Non so… Credevo fosse diverso. La pubblicità in televisione mi aveva detto che qui avevano tutto e a poco prezzo, così fatti un po’ di risparmi mi sono decisa a dare un’occhiata. Ma siccome la vita è breve volevo spendere solo per cose di vitale importanza, non so se mi spiego… Lei lavorerebbe dieci anni per un televisore?
SI – Non so… Forse. C’è chi lo fa.
Ras – Beh, non è però una cosa senza quale lei possa vivere, voglio dire: lei è sanissimo anche senza.
SI – In effetti sono sanissimo con: ne ho uno da trentasei pollici in soggiorno e uno da diciassette nel cucinotto.
Ras – D’accordo, ma voglio dire: senza vivrebbe lo stesso, no?
SI – Non so, non ho mai provato.
Ras – Beh, comunque si fidi: popolazioni intere vivono felicemente senza televisore. Invece nessuno vive bene senza saggezza, silenzio, libertà, pace, solidarietà, fratellanza. Si può preferire una all’altra, contentarsi solo di un pochino… E poi magari anche amare la vita, semplicemente.
SI – E quindi?
Ras – Visto che avevano tutto a poco, mi son detta: magari avranno un chilo di saggezza sui tre euro, non so… dell’amicizia in pacchetti da dieci o della solidarietà sfusa da acquistare in bottiglie e poi riportare i vuoti. Del coraggio in tavolette.
SI – Quello lo hanno, ne ho visto al reparto tre. Però nelle contro indicazioni diceva che non garantiscono contro extrasistole o infarti.
Ras – Un vero peccato, sennò di quello ne avrei comprato un mezz’etto… Beh, ad ogni modo non hanno niente, anzi, di quiete e concentrazione, per dirne una, ne ho di più a casa mia. E di saggezza…
SI – Provi a comprare un libro. Ce ne sono tanti, magari ne trova uno che fa al caso suo.
Ras – Ma si figuri! La saggezza… nei libri! Nei libri ci sono informazioni. Come nei viaggi. O nelle lezioni dei maestri, nelle grandi opere, nelle buone chiacchierate. E poi, certo, le informazioni aiutano… sempre… molto… però non hanno nulla a vedere con la saggezza.
SI – Non capisco. Che cos’è la saggezza per lei?
Ras – Ah, bella domanda. Se lo sapessi non la cercherei qui tra gli scaffali. Di certo so che a casa mia non c’è. Forse ne aveva un po’ mia madre da giovane, ma chissà… un trasloco, una volta che se l’è scordata al mare o in montagna… o forse un amico che l’ha scambiata per la sua e l’ha messa in tasca distrattamente. Lo sa che a volte basta un cuore infranto? Tu prendi la saggezza, magari anche tanta, poi te la metti nel cuore e pensi che sia al sicuro. Invece arriva un cretinotto qualsiasi, magari si gira d’improvviso, non si accorge, non ha colpa, ma… paf! Ti manda il cuore in mille pezzi. E tutta la saggezza se ne evapora via. Come non ci fosse mai stata. Beh, o quasi.
SI – Non sapevo che la saggezza… evaporasse!
Ras – Oh, signor mio, fa di peggio. Talvolta scappa così, un bel mattino, alla zitta, senza neanche lasciare un biglietto. Fa come i gatti. Devi coccolarla molto e con regolarità. Se si sente trascurata… via! Come il vento. Mia madre, per esempio, dice che ha l’impressione che quella che aveva una volta le sia scivolata dalle tasche e che ora sia sotto qualche cuscino. Secondo me, la sa una cosa?
SI – No, cosa?
Ras – Secondo me da quel cuscino se n’è già scappata da un pezzo. Chissà dov’è. Con la velocità a cui vanno i venti d’alta quota… sarà già in Olanda, a quest’ora!
SI – E in Olanda che ci fa?
Ras – E che ne so? Magari è rimasta impigliata su un mulino a vento. Quelli quando van veloci acchiappano tutto.

Voce – Dlin dlon! Avete bisogno di gel per capelli? Di automobili a grasso di stambecco? Al reparto sessantadue, volteggiante sopra al banco degli insaccati, non troverete nulla. È in allestimento. Ma in compenso al banco degli insaccati fanno una passata alle puntine da disegno e stilografiche che è la fine del mondo! O, beh, in ogni caso la vostra. Che aspettate? Affrettatevi prima che vi colga una banale morte di morte naturale.

La musica di sottofondo ricomincia.

SI, del tutto naturalmente – Mi scusi, ho un certo languorino, le spiace se vado un attimo a suicidarmi?
Ras – No no, prego faccia pure.
SI – Ma mi aspetta?
Ras – Sì sì, certo, lei poi mi sta anche simpatico, con quel facciotto buffo che si ritrova.
SI – Facciotto buffo?
Ras – Oh, quante storie… vada, vada che la aspetto.

Il signore incravattato esce di scena. La ragazza ricomincia a guardarsi intorno.

Voce – Dlin dlon! Signorina? – silenzio – Signorina? – silenzio – Signorina, dico a lei!
Ras, stupefatta, girandosi verso il pubblico e guardando un punto in alto sul soffitto – A me?
Voce – Sì, proprio a lei.
Ras, senza mai perdere la sua aria svampita e sorridente – Salve.
Voce, in un crescendo di stizza – Sì, salve salve, ma dico… lei non compra niente?
Ras – No, grazie, ho cercato tanto, ma non m’interessa niente, aspetto il signore e torno a casa.
Voce – Ma come niente? Davvero niente niente niente?
Ras – No no, davvero, la ringrazio.

Si sente un forte rumore di sputo, la ragazza acqua e sapone perde il suo sorriso svampito e mette su un’espressione stupita e disgustata, poi con gesto plateale si asciuga il viso.

Voce – Al reparto numero otto potrà trovare i migliori prezzi ed un vasto assortimento di morbidi e avvolgenti fazzolettini di carta e tessuto etiope.

Guido G. Gattai

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