Per spiegare chi siamo ho scritto un brevissimo dialogo di fantasia tra uno dei nostri fondatori (Roberto G. Salvadori, scomparso nel 2014) ed uno dei nostri padri spirituali (Charlie Chaplin). Si vedono così anche le differenze tra i due e come il il dibattito al nostro interno sia molto vivo. Il dogma, d’altro canto, è nemico del libero pensiero 🙂
Dopo lo spettacolo il signore col bastone entrò nel camerino.
– Salve – disse con voce grave. Portava occhiali scuri ed era alto e magro come uno scheletro.
– Salve – rispose l’attore levandosi i baffetti di scena allo specchio. – L’aspettavo, sa?
– Come prego?
– Massì professore, qui in paradiso tutti sanno tutto di tutti, come nemmeno nel più minuscolo dei paesini.
– Quindi… lei… sa chi sono io?
– Perché no? Fuori dalle ristrettezze mortali posso ricordarmi il volto di tutti i miei ammiratori, ed è un vero piacere non dover fare più sorrisi di cortesia. Ora son sempre sincero quando ringrazio di un complimento. So tutta la storia di chi me lo fa e mi sento realmente vicino a tutti. Esibirmi per sempre davanti ad un pubblico di cui posso davvero sentire fino in fondo le sensazioni e le emozioni, questo è il mio paradiso. Anche a dovermelo progettare su misura non avrei potuto pensar di meglio. Ma sentendo le emozioni e le storie di ogni mio spettatore… vedo che lei, invece, non è felice del suo paradiso. Me ne dolgo.
– Non si può aver tutto. Io, beh, ecco… io non sono credente. Questo è il mio grande cruccio.
– Beh lo sarà pur diventato arrivando qui. Come può non credere a ciò che vede?
– Con una fede altrettanto forte di quella con cui i credenti credono in Dio in un mondo in cui non lo si vede.
– Beh, ma Dio c’è. Noi siamo qui in paradiso per cui…
– Sarà pur vero. Io ho visto solo impiegati vestiti di bianco, ma le concedo che aver di nuovo cinquant’anni ed incontrare un attore della sua fama solo chiedendo… e dopo la morte di entrambi… ammettiamo pure che Egli esista. Non credo comunque in Lui.
– Non ci capisco niente.
– Non mi pare che Lui sia una persona in cui credere. Mi sembra un mariuolo, un poco di buono, un inaffidabile. E per ciò non credo in lui.
– Beh anch’io devo dire che con tutto il male e la miseria che ho visto in terra spesso ho fatto fatica a credere ed ho dubitato molto. Però ora che son qui…
– Scusi se salto di palo in frasca ma lei sa tutto solo dei suoi ammiratori qui o anche di quelli ancora in vita?
– No, solo di quelli che mi vengono a vedere qui in teatro. Sapere tutto dei vivi sarebbe onniscenza, se si nasce mortali non si può aspirare a tanto neppure dopo morti.
– Lo sa che esiste un movimento che si ispira a lei in Italia?
– No. Non lo sapevo. È grande? Fa politica?
– No, non è molto grande, e non fa politica. Si chiama movimento hyronista.
– Nome simpatico. E che sostengono questi hyronisti?
– Ad esempio seguono la sua risposta a Freud, e sostengono che il mondo umano non sia mosso dal sesso o dal desiderio di arricchirsi ma dalla paura della fame, delle malattie e dell’esclusione sociale.
– Sì, l’ho detto e lo confermo.
– Di base sostengono la cultura del dialogo, e che la cultura del dialogo debba essere diffusa attraverso lo strumento dell’ironia, perché senza ironia il dialogo diviene in breve tempo monologo, poi dogma e infine conflitto.
– Mi piaciono.
– E c’è di più. Festeggiano tutti gli anni il giorno della sua nascita come una sorta di inizio d’anno o natale laico, dicono che sia anche perché è l’inizio della primavera, in cui rinasce il mondo.
– Troppo onore. Ma perché la nascita e non la morte?
– Dicono che si debba festeggiare solo la nascita di chi amiamo, e non certo la scomparsa. Sono anche contrari ai funerali, pensano che alla morte di un caro si dovrebbe festeggiare come fanno i neri in Louisiana invece di piangere, perché di dolore ce n’è già abbastanza.
– Idea stravagante ma… perché no! Ma non hanno proprio nessuna idea politica?
– Beh, qualcosina…
– Ho già paura. Se sono per la dittatura li disconosco, se voglion la democrazia lo stesso!
– Né l’uno né l’altro. Sostengono che la dittatura sia un sistema da superarsi con la democrazia ma che anche la democrazia vada superata grazie alla bulocrazia.
– E che sarebbe? Purtroppo il mio greco…
– È il governo di chi vuole, alla lettera. Sostengono insomma che tutti debbano avere diritto di partecipare alla vita pubblica ma che ogni voto debba contare in proporzione a quanto quella persona ha lavorato per la comunità. Io sono più democratico e trovo questa stranezza…
– Ah no! La democrazia mai, professore! Non mi cada sulla democrazia! Ha visto che ha fatto in America?
– Forse ha ragione lei ma che ci vuol fare… sono un nostalgico dell’illuminismo.
– La capisco, ma ci ripensi… ora ha tutta l’eternità per farlo. Questa bulocrazia mi incuriosisce. Non ci avevo mai pensato ma potrebbe essere un’idea. E di Dio… cosa pensano di Dio…?
– Pare ci credano quei disgraziati. Chissà come fanno.
– Beh, non è cosa facile oggi come oggi. Ma se ci si riesce da una grande forza. Ma quindi sono un gruppetto affiliato a una chiesa?
– No no, questo no per lo meno. Hanno delle convinzioni generiche riguardo a Dio, simili a quelle che aveva Tolstoj: credono che la fede sia irrinunciabile e che completi naturalmente la mente umana assieme alla ragione. Pensano che fede e ragione siano come due occhi, dicono, di cui per veder bene non si può chiudere neppure uno. Però non si esprimo né a favore né contro nessuna confessione. Difendono, questo sì, il diritto di risata generale, quindi non accettano che questa o quella chiesa si intrometta nel mondo dell’ironia per decidere di cosa si può ridere e di cosa non si può.
– Vorrei ben vedere. Quando gli Stati Uniti hanno provato a richiamarmi all’ordine ai miei tempi gliel’ho ben fatto vedere che potevano farci con le loro censure e i loro ammonimenti!
– Inoltre, rifacendosi a Erasmo, non credono nella divisione fra le chiese e pensano che ogni chiesa sia tanto più buona quanto più permette l’ingresso a tutti. Credono infatti che le regole e le ammonizioni debbano essere molte, altrimenti non c’è società, ma le punizioni pochissime, altrimenti si cade in dittatura.
– Come dargli torto? Io non mi sono mai interessato di questa questione delle regole ma mi pare suoni bene. Mi è sempre mancato studiare filosofia, avendo iniziato da piccolo a recitare per vivere ed è un cruccio che… non credo mi passerà mai. Ora potrei studiarla, ma a che serve? Ormai ho già vissuto.
– Beh, ma poi ha studiato molto e nei suoi scritti, nei suoi films si vede che…
– Sì ma solo quando già ero ricco, in età adulta, avanzata… e comunque mai in modo organico. Mi ci sarebbe voluto lei professore. So che i suo studenti la stimano tutti e ha scritto libri e spiegato e fatto lezioni in video… peccato che ai miei tempi un bambino povero a Londra potesse solo giocare con una palla fatta di stracci in strada.
– Se può consolarla un poco, sono sicuro che lei sarebbe stato il mio allievo preferito.
– Chi può dirlo? Ero discolo, sa?
– Ma io ero paziente. E poi anch’io da piccolo ero una peste. L’avrei capita.
– Magari ora qui, visto che abbiamo tanto tempo, ogni tanto…
– Mi pare un’ottima idea.
L’uomo col bastone era radioso.
– Vede che Lui sa sempre come sistemare un buon paradiso per ogni buono? Ora è contento, si vede che era previsto questo nostro incontro nel suo paradiso.
– Beh, sì, forse ha ragione… in fondo bisogna pur che faccia i conti con questa nuova condizione. Ora la lascio, mia moglie è in sala che mi aspetta.
– Arrivederci, è stato un piacere professor Salvadori.
– Il piacere è tutto mio, avevo sempre desiderato conoscerla e complimentarmi con lei sir Chaplin. Arrivederci.
veramente molto bello bravo Guido scorrevolissimo e pieno di buoni ideali.
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Molto interessante. Mi permetto solo di segnalare una svista sul finale: ha scritto “infondo” anziché “in fondo”
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grazie dell’annotazione correggiamo subito 🙂
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