Caro Friedrich,
mi trovo a Londra. In due mesi sono riuscito a trovare una casa molto piacevole e ho iniziato a frequentare Alexia. Lei lavora come barista ed è una tipa in gamba. E’ molto dolce con me, dovresti conoscerla. Mi pare strano ma la cosa va. Per ora non vorrei preoccuparmi eppure ogni tanto mi vengono in mente i soliti pensieri. Mi capita di avere la sensazione che questi sforzi siano inutili e che anche Alexia un giorno, come è arrivata, sparirà. L’amore è un inganno biologico, è solo questione di tempo perché succeda. Temo che spariranno lei e tutte le persone che incontro. Sai quanta gente passa di qui? Ho l’impressione che tutto sia diverso dalla nostra Firenze. Londra mi pare abitata dalla foga dell’ambizione che si nutre di chi vi si sottomette. Mi sento spaesato caro amico. Sono certo che tu non hai di queste sensazioni, ho sempre ammirato lo spirito positivi con cui ti muovi. A te come vanno le cose?
Ti ricordo che sei invitato a fare un salto da queste parti.
saluti,
Julian
Caro Julian,
nonostante i tuoi malumori è un piacere leggerti e sapere che hai trovato amore e sistemazione in città. Mi hai suscitato dei pensieri e con questi ti rispondo. Io e te non siamo poi così diversi. Va così un po’ per tutti. Anche io ogni tanto temo che questo castello di convinzioni possa sgretolarsi. Basterebbe una guerra e tutto sarebbe da capo in discussione. Per fortuna si possono sviluppare degli anticorpi allo smarrimento. Oggi ci si racconta che nessuno è indispensabile. Vero, per carità! ma senza quel qualcuno le cose sarebbero diverse. Quindi quel qualcuno è importante in quanto è quella persona particolare con quel suo modo particolare di sentire. In passato il mondo era un po’ più fermo e s’avevano certezze, anche se magari meno avvincenti che andare a vivere a in una città grande come Londra per inseguire un sogno. Oggi le cose stanno diversamente, e forse, vedi bene, è anche una fortuna. Molti hanno un’istruzione e se sono fortunati gli capitano anche uno o due insegnanti validi. Questo vale per tutti, ricchi e meno ricchi. Certo il denaro conta e anche la fortuna. Per riprendere quel che ti dicevo, in questa società, vedi da te, c’è tanta abitudine nei rapporti tra le persone. Sembra che gli incontri superficiali siano preferiti. Come dicessero “Ok, bene parliamo ma è meglio che non ci conosciamo io e te.” Troppo chiusi e distratti da richieste d’attenzione vuote. Questa urgenza di comunicare è vuota perché in realtà è disperato bisogno di instaurare una comunicazione e non il desiderio di parlare a proposito di qualcosa in particolare. Eppure, meglio che quei vuoti vengano colmati. Si teme la solitudine, ma è un torto questo? Tutti hanno bisogno compagnia o di aiuto e dare aiuto fa anche bene. Amare è questo, instaurare legami, smettere di bramare tutto e scegliere qualcosa o qualcuno per essergli fedele. Capire che a far questo fa del bene tanto alla propria persona, quanto agli altri. Secondo me anche tu hai da fare una passo del genere. L’amicizia similmente è un modo di rapportarsi dove si muta e si è mutati dalla persona amica. E’ qualcosa dove io in relazione a te mi modifico e tu in relazione a me cambi a tua volta. Non si esclude certo il fatto che io mi possa comportare nel tentativo di aiutarti a cambiare, o di aprire una porta che ti rimaneva chiusa da anni. Ciò fa parte delle regole dell’incontrarsi. L’essere se stessi e l’amicizia, del resto, richiedono tempo, conoscenza reciproca e lealtà. Per questo certo Londra può essere dispersiva ma non demoralizzarti. Ti invito a cercare il vero nel profondo del tuo animo e in quello degli altri e a credere nella fortuna di trovarlo. Vorrei ricordassi che l’autenticità non si improvvisa. La verità di una persona è già lì, si può solo negarla o tirarla fuori. A volte accade che qualcosa di inaspettato induca al dubbio se sia il caso di mostrarsi e allora agire, uscire può essere l’unico modo per scoprire se si è visto giusto. Questo è Amore che ci viene a chiamare in un giorno qualsiasi e ci chiede se vogliamo conoscere e conoscerci in relazione ad un’altra persona. Amare è un verbo che riguarda i rapporti umani, che non accetta idee precostruite, che sa che le persone cambiano. Amore passa e ci invita a fermarlo. Ma Quando passa di fronte qualcuno agitato egli è sfuggente e mescola le situazioni in modo da confondere le acque, e con le correnti del profondo rende ogni cosa prossima solo per pochi istanti. Non conviene perdersi nell’ansia di rincorrere Amore. Bisogna imporsi sui marasmi dell’animo, alcuni di questi sono come dei debiti ereditati insieme al patrimonio della vita. Il rimedio a questa o a quella confusione sembrerebbe quello di cercare quella spiritualità che dia una visione di insieme. Visione d’insieme del tempo, dell’umanità. Ma dicevo, elevarsi per mettere ordine alle correnti. Questo serve per potersi immergere nuovamente nella calma dei flussi e navigare nel proprio mare calmo. Serve perché Amore appare spesso, anche quando nel profondo non c’è calma, ma Amore richiede un avvicinamento lento e pacifico, altrimenti sfugge e l’unico modo per avvicinarlo sarebbe solo catturarlo e tenerlo in una qualche forma di cattività. Ma così Amore soffoca e lentamente muore. Eppure Amore ha la natura è della fenice. Non si sa mai abbastanza dei mari ignoti. E Amore chiede sempre di navigare in acque estranee. Uno specchio d’acqua può apparire piatto come l’olio, ma i mari migliori hanno degli abissi di profondità che non si possono svelare a colpo d’occhio. Là sotto potrebbe esserci il caos così come la quiete suprema, e il solo modo di scoprirlo è farsi condurre in queste acque. Se le forze ce lo consentono, bisogna buttare l’ancora e immergersi per bagnare la propria mente e il proprio corpo in acque sconosciute, saggiarne la temperatura e la salinità, farsi trasportare dalle correnti, conoscere la vita che le abita portando con sé quelle che sono le proprie acque, inevitabilmente. Ecco perché è importante mettere quiete. Nel mescolarsi dei flussi di vita di due persone si creeranno delle turbolenze. E’ implicito nel dinamismo che gli equilibri siano soggetti a squilibri. La quiete è uno stato favorevole per incontrare qualcuno. E se, nonostante la quiete ci aiuti, ci rendiamo conto che amore ha chiamato solo sé e non l’altra persona, è bene cercare di capire cosa sia meglio fare. Amore chiama, ma follia talvolta lo seduce e trae in inganno. Ma amore è leale e fintanto che si ascolteranno i suoi richiami egli tornerà di tanto in tanto a bussare alle porte del nostro mare e chiederà di prendere il largo e navigare ancora una volta insieme (a qualcuno). Un’ultima considerazione, mi rendo conto che non sarà facile districare questi pensieri e non pretendo che tu lo faccia davvero fino all’ultimo filo. Invoco un ultimo tuo sforzo e poi possiamo chiudere questo vaso insieme. Voglio dire di quando l’amore fa male. Capita di innamorarsi perdutamente di una persona che non si conosce, o di conoscere una persona e perdere il senso di chi questi veramente sia. Penso che in questi casi emergano dal profondo delle cose che portano a modificare la percezione della persona amata. Qui il legame fa spavento ed è normale che si tenti di rifuggirlo. Il criterio è sempre meno quello della realtà e sempre più è l’abisso a dominare. Desideri ed esperienza si mescolano in un intruglio che è più una creatura nuova che la realtà. Questa proiezione non ne vuole sapere di ricacciarsi nel profondo. Vuole essere ascoltata e si impone in questo modo così pericoloso. Alla persona amata viene cucito un abito che è quello desiderato dall’amante in modo da rendere la persona simile alle proprie aspettative. Ecco che i cuori non sono vicini e le menti sono chiuse. Se non vuoi illuderti, non farlo. Continua a parlare dei tuoi dubbi, cerca un confronto. Purtroppo, amico mio, ad amare si impara più perché si è amati che per naturale vocazione. E’ Curiosità che richiede di riporre fiducia nella vita. E perché non averla? del resto, se siamo sopravvissuti fino ad ora qualcosa di buono sul fondo della vita deve pur esserci. Oppure è il caso, ma pure è un buon caso. Ora amico mio, ti saluto. A presto,
Ti abbraccio e offro i migliori saluti,
Friedrich Ligeti
Cosí scriveva Pavese:
“tu Sarai amato il giorno in Cui potrai mostrare la tua debolezza senza Che l’altro se ne serva per affermare la sua forza”.
E se dell’altro, la debolezza piú accanita, fosse proprio quella d’affermar la sua forza a scapito della debolezza del suo amante? Potremo dire di lui Che non sappia davvero amare? Chi é cosí forgiato, cosí temprato da non insinuarsi nelle pieghe della debolezza del suo amante e farne breccia, laddove questo possa significare tutelare il proprio Io incerto? Siamo cosí vulnerabili, noi tutti. Cosí esposti, da sviluppare subdole ma ingenue difese, ingenue ma subdole, che in pochi, poi, decidiamo d’affrontare. Quanti di noi si Risolvono? Quanti resuscitano dal tortuoso passato? Come si puó amare con un’Anima, se da noi questa, nostra, rimane inesplorata?
Vagare nella propria coscienza e spogliarla dai suoi affezionati inganni. Dalla cipria. “Farsi un bagno d’umiltá”. Ed Ecco Che si potrá amare. Amare al lungo.
Lungi da me dire che questo é Vero. Lungi da me determinare.
Trasportati dai percorsi dell’astrazione, si rischia di rimanere impressionati e stupiti vanamente. Si rischia di creder di toccare il Senso ultimo dell’accadere, si pretende d’abbracciarlo. Allo stesso modo, si prova a definir l’amore. Amore amore amore. Amore.
Se la quiete é la chiave per l’incontro d’amor, quello sopra inteso, sará bene barcamenarsi. E dico questo perché credo sia un lavoro di tenacia coltivarla, la quiete. Questione di fede, oso dire. Fede nell’amore, fede nell’odio. Amore e odio, che insieme nascono, insieme muoiono, insieme vanno respirati. Accolti.
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