Salve, sono qui per presentarvi un nuovo teorema della sociologia: il mio. Benvenuti alla spiegazione – tra il serio e il faceto – del “teorema Gattai”.
ENUNCIAZIONE
Dato un gruppo sociale di riferimento X, la maggioranza di X è composta da imbecilli.
ESEMPI
– Dato come gruppo di osservazione “le donne”, l’affermazione “la maggioranza delle donne sono imbecilli è vera. Altrettanto, dato come gruppo di osservazione “gli uomini”, l’affermazione “la maggioranza degli uomini sono imbecilli” è vera.
– Dato come gruppo di osservazione “gli omosessuali”, l’affermazione “la maggioranza degli omosessuali sono imbecilli è vera. Altrettanto, dato come gruppo di osservazione “gli eterosessuali”, l’affermazione “la maggioranza degli eterosessuali sono imbecilli” è vera.
– Dato come gruppo di osservazione “gli immigrati”, l’affermazione “la maggioranza degli immigrati sono imbecilli è vera. Altrettanto, dato come gruppo di osservazione “i razzisti”, l’affermazione “la maggioranza dei razzisti sono imbecilli” è vera.
… e si può continuare all’infinito.
DIMOSTRAZIONE
Innanzitutto bisogna considerare che tutte le menti umane sono umane. E quindi hanno dei punti deboli. Anche le più forti. Perché? Perché sono occupate, soprattutto. E non disponendo di tempo infinito non possono diventare onniscenti. Esempio: io – che ho una laurea e due master in filosofia – se devo sapere quale sia il miglior frullatore, devo rivolgermi ad un esperto di frullatori, che altro posso fare? Non ho il tempo di informarmi sul funzionamento dei frullatori abbastanza a fondo per capire quale sia il frullatore migliore per me. Devo per forza affidarmi ad un esperto. Ma come faccio a sapere se l’esperto che consulto è valido o no? Semplice: chiedo più pareri, leggo qualche post in rete, in breve valuto quello che l’esperto mi sta dicendo. Ma – visto che non ho e non posso avere una mia opinione specifica, non essendo io in alcun modo esperto dell’argomento, ho una sola strada per valutare la sua opinione: valutare se quello che mi sta dicendo l’esperto di frullatori in questione è in linea o no con l’opinione comune. Se lo è lo considererò credibile, altrimenti se non lo è non posso fare altro che concluderne che l’esperto che ho consultato in realtà non sia abbastanza preparato, oppure che sia addirittura un ciarlatano. Quindi potremmo dire che – in realtà – quando consulto un esperto in un settore che non conosco non consulto realmente lui ma l’opinione condivisa della comunità di esperti di cui fa parte.
Perciò tutti siamo quasi sempre imbecilli, ovvero manchiamo degli elementi per giudicare e di una capacità di giudizio sufficente per abbracciare la maggior parte degli argomenti in modo anche solo vagamente appropriato.
Ognuno di noi essendo “non imbecille” solo riguardo a pochi argomenti si trova che, esaminando un gruppo sociale qualsiasi, la maggior parte risulterà sempre imbecille alla maggior parte dei test effettuati.
CVD.
SOTTO-TEOREMA
Dato un gruppo sociale di riferimento X e una proprietà α, si troverà sempre qualche membro del gruppo X che presenta la proprietà α.
DIMOSTRAZIONE
A parte il fatto che ogni proprietà umana, per essere umana, deve essere presente innanzitutto nella natura umana e quindi un po’ in ognuno di noi – in chi più e in chi meno, ma almeno un po’ in tutti, là dove la mente umana voglia vedere qualcosa, lo vedrà. “Gli scienziati del prestigioso Karolinska Institutet in Svezia hanno infatti condotto uno studio, pubblicato su Current Biology, in cui si mostra come la nostra immaginazione può influenzare il modo in cui facciamo esperienza del mondo, o della realtà.” (fonte) Quindi se io voglio vedere tutti i gli uomini di colore belli li vedrò belli e se voglio vedere tutti i razzisti inteligenti li vedrò inteligenti. Una volta presa una decisione paradigmatica tutto ne deriverà quasi automaticamente e anche le eccezioni tenderanno ad essere escluse con scuse specifiche: “Quel nero non è bello? Beh, ma vai a sapere te che antenati aveva”, “Quel razzista non è inteligente? Beh, ma non è un vero razzista in fondo…” e via dicendo.
CONSEGUENZE
1 – Non fare parte di un determinato gruppo sociale “perché sono tutti imbecilli” non ha alcun senso, perché – come da teorema – questo si può dire di ogni gruppo sociale. Ed anche di noi stessi: anche la maggior parte di un singolo individuo, come si vede in dimostrazione.
2 – Non fare parte di un gruppo sociale perché “tra di loro ci sono degli α” non ha alcun senso, come da sotto-teorema. Non ha senso evitare la chiesa cattolica perché ci sono preti pedofili, il partito comunista perché ci sono dei burocrati corrotti o quello fascista perché ci sono degli assassini. L’unico criterio sensato è appartenere ad un gruppo sociale o no partendo dalle sue strutture/premesse teoriche, che sono le uniche differenziano veramente un gruppo sociale da un altro. Quindi ha senso essere cattolici se ci si sente cattolici, comunisti se ci si riconosce nel comunismo o fascisti se si crede nel fascismo. I pregi o i difetti di ogni singolo membro di questi gruppi sociali, nella decisione di parteciparvi o meno, sono del tutto irrilevanti perché – come si è visto – sono innanzitutto irrilevanti se non derivano direttamente dall’ideologia condivisa dal gruppo sociale (strutture/premesse teoriche) e in più potrebbe essere la nostra convinzione a farci vedere in quelle persone difetti che in realtà ci abbiamo messo noi.
3 – Credere che il gruppo sociale a cui apparteniamo sia privo di imbecilli, come da teorema, è un errore. Bisogna sempre essere consapevoli che il nostro gruppo sociale è – e non può che essere – composto da imbecilli. E farci la pace.
4 – Credere che il proprio gruppo sociale sia assolutamente privo di persone α (qualunque sia il valore che si da ad α) è e non può che essere una convinzione falsa. Ma non è grave. Gli umani sono sempre ed ovunque umani, a qualsiasi latitudine e longitudine.
CONCLUSIONI
Credo che questo teorema, se compreso, interiorizzato e diffuso, possa grandemente aiutare la crescita dell’umiltà e la diminuzione della stigmatizzazione inutile dei gruppi sociali di tutto il mondo che hanno pure dei difetti, ma non si può certo biasimarli per chi ne va a far parte. I difetti, quando e se li hanno, sono – appunto – solo e soltanto nelle loro strutture/premesse teoriche.
PERPLESSITÀ e PRECISAZIONI
A seguito di una discussione con alcuni amici e colleghi a Firenze domenica 19 giugno 2016 mi sorge l’obbligo di precisare:
1 – E se due gruppi partendo da strutture/premesse teoriche assumono – di fatto comportamenti differenti? Se due gruppi X e Y si proclamano entrambi sostenitori delle strutture/premesse teoriche A ma di fatto assumono comportamenti pratici radicalmente differenti oppure addirittura opposti non c’è che da scegliere tra X ed Y quello che secondo noi più si avvicina a quel che dovrebbe discendere dall’assunzione di A.
2 – E se sono d’accordo con le strutture/premesse teoriche di un gruppo X ma tutti gli individui che ne fanno parte assumono atteggiamenti α a me non graditi? Se non sussiste alcun altro gruppo Y che rappresenti le strutture/premesse teoriche a noi care non resta che far parte di X e criticarlo dall’interno, anche con forza se necessario.