Il potere della camorra

9788842092599Pubblicato nel 1999, Il potere della Camorra è opera di Francesco Barbagallo, docente di Storia Contemporanea all’Università di Napoli. Dopo aver dedicato vari contributi alla storia del mezzogiorno e a Napoli in particolare, Barbagallo ha tentato con questo libro una sorta di sintesi della storia della camorra contemporanea. Il periodo in esame è quello che va dal 1973 al 1998, cioè il periodo della rinascita vera e propria della camorra, e successivo ai cosidetti  guappi, che negli anni ’50 controllavano i prezzi dei prodotti ortofrutticoli. Ed è proprio nei primi anni ’70 che, oltre alla camorra, anche Cosa nostra siciliana si riorganizza dopo un decennio di conflitti interni culminati nella stragi di Ciaculli e di Viale Lazio e la repressione operata dalle inchieste di Cesare Terranova. La svolta che favorisce questa riorganizzazione parallela è la decisione di trasferire dei boss mafiosi nell’area del napoletano per il soggiorno obbligato. In quel periodo Napoli è al centro di un notevolissimo traffico di sigarette di contrabbando, che arriva a dare lavoro a ben 5000 contrabbandieri e 50.000 persone nell’indotto per un volume complessivo di circa 60.000 casse di sigarette al mese. E sarà proprio il contrabbando, poi sostituito dal traffico di hashish ed eroina, a finanziare la ricostituzione della mafia: verranno affiliati fino dal 1973 i maggiori trafficanti di sigarette; una serie di incontri svoltisi nella tenuta del clan Nuvoletta tra il 1973 ed il 1979 certificheranno proprio questo passaggio dal tabacco all’eroina.

Tutto questo rappresenta solamente la premessa  ed il primo capitolo del libro di Barbagallo, che affronta poi la straordinaria ascesa di Raffaele Cutolo ed il suo progetto, poi sostanzialmente fallito, di dare una struttura unitaria alla camorra attraverso affiliazioni di massa (la cosidetta Nuova Camorra Organizzata, o NCO). Il potere di Cutolo è stato immenso: al suo apice la NCO contava circa 7.000 affiliati, controllava varie carceri, gestiva rapporti ufficiali con il Sismi dei piduisti Santovito, Musumeci e Pazienza, ed aveva contatti con vari esponenti della malavita, da Francis Turatello a Renato Vallanzasca, fino a Charles Gambino, a New York. Cutolo  riuscì anche ad intercedere per la liberazione di Ciro Cirillo, l’assessore ai lavori pubblici della Democrazia Cristiana rapito nel 1981 dalle Brigate Rosse. A questo periodo seguirà a breve il tramonto della NCO, che verrà smembrata tra il 1983 ed  il 1984, dopo lo scontro con la Nuova Famiglia.

Dalle ceneri di questo scontro, e mentre i Corleonesi compivano in Sicilia una guerra parallela per il potere, emergono le due nuove figure di riferimento: Antonio Bardellino e Carmine Alfieri (con Pasquale Galasso), destinati a loro volta a dare luogo ad una guerra. Il volume si snoda nei successivi capitoli attraverso la vicenda di Giancarlo Siani (capitolo sesto), le attività imprenditoriali della camorra ed il sistema delle cooperative e dei consorzi (capitoli settimo e ottavo), fino all’emergere del clan dei Casalesi, divenuto famosissimo grazie a Gomorra di Roberto Saviano. Gli anni in cui Siani scrive ed emerge il clan dei Casalesi sono quelli dei grandi affari seguiti al terremoto dell’Irpinia: il cosiddetto decennio d’oro, in cui le imprese edili campane (ma non solo, c’è spazio anche per imprese emiliane, come la CMC) hanno potuto costruire di tutto, sopratutto grandi opere ottenute con appalti guidati direttamente o indirettamente da camorcorle    risti.

Tutto questo ha trovato una svolta nel 1992, dopo l’uccisione di Falcone e Borsellino: una parte del potere della camorra è venuto meno in seguito ad una serie di arresti che hanno messo in discussione vecchi equilibri di potere: a questo proposito è incredibile la vicenda in cui si trovò Pasquale Galasso, arrestato poco prima di Carmine Alfieri e rimasto al centro di un pericolosissimo sistema di minacce ed allusioni da parte di altri camorristi e di agenti corrotti, presenti anche all’interno dell’allora neonata D.I.A. Il capitolo che racconta la vicenda, il quattoricesimo, è intitolato significativamente Il gioco delle parti. Camorristi collaboranti e sorveglianti corrotti e vale da solo la fatica della lettura del volume. Interessanti anche i capitoli in cui si scoprono gli interessi di vari clan nella costruzione della TAV tra Roma e Napoli: tra i molti dati che emergono fa riflettere il solo fatto che il costo relativo all’intero progetto TAV salì tra il 1991 ed il 1996 da 21mila a ben 88mila miliardi di lire, con tutte le facilmente immaginabili conseguenze per il bilancio dello stato e quindi per la qualità dei servizi pubblici in scuole, ospedali, università.

Nel complesso il libro è ricco di spunti e segue una traiettoria in cui si inseriscono non soltanto decine e decine di personaggi appartenenti ai più importanti clan malavitosi campani, siciliani e calabresi, ma anche uomini delle istituzioni e delle forze dell’ordine, in quello che è probabilmente il primo libro organico di storia sulla camorra contemporanea.

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Giovanni Pancani

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