COME RICONOSCERE UNA BUFALA

Cosa è una bufala e cosa non lo è? Spesso on-line troviamo notizie di cui ci chiediamo quale sia il reale livello di attendibilità. Difficile saperlo. L’opzione che si usa più di frequente per togliersi il dubbio è banalmente “cercare” se la notizia sia una bufala o no. Ma il problema di questo approccio è che ovviamente, se io dico che l’acqua bagna (cosa scontatamente vera), qualcuno può sempre uscirsene con un “è una bufala! L’acqua non bagna”, e io magari mi convinco che l’acqua non bagni, esco con la pioggia e mi prendo un raffreddore.
Perché qualcuno dovrebbe gridare alla bufala davanti ad una notizia vera? Succede soprattutto per due ragioni: o c’è un diretto interesse nel mentire (ad es. mia moglie mi trova dei messaggi di un’amante e io nego) oppure semplicemente per raccogliere click. Molti dei siti di “sbufalatori”, infatti, sono tipicamente fatti da società che hanno capito che lì c’era una nicchia di mercato inesplorata, cioè che potevano attirare attenzione sulle proprie pagine “sbufalando” questo o quello. Talvolta ci sono esempi talmente pietosi che l’intero articolo è comporto solo dal titolo che dice “X (il fatto in questione) è una bufala!” e poi nel corpo del testo l’articolo è del tutto vuoto. In breve: davanti a uno scandalo la prima linea difensiva è sempre gridare “è una bufala!”, la seconda linea difensiva (cioè quella che si usa subito dopo) è creare argomenti credibili per sostenere che lo sia (quindi a volte anche se l’articolo è documentato e sembra proprio che X sia una bufala… X potrebbe essere vero lo stesso). E in più c’è grande interesse sia nel mercato delle fake news (inventare notizie false per fare clicks) che anche nel mercato del debunking (inventare che certe notizie siano false per fare clicks).
Quando leggi una notizia 1) se leggi “bufala!” non vuol dire che sia una bufala e 2) se leggi argomenti credibili a sostegno del fatto che sia una bufala COMUNQUE non vuol dire che sia una bufala.

Serve quindi un metodo cognitivo affidabile con cui riconoscere cosa sia e cosa non sia una notizia vera, cosa sia e cosa non sia una bufala. Per quanto un metodo infallibile non sia chiaramente possibile, ho approntato un sistema quantomeno utile a questo riguardo.
Bisogna partire da un concetto semplice: l’informazione al tempo del consumismo è puro spettacolo. Solo
una gazzetta di un paesino può dare informazioni realmente corrette perché ha un pubblico che SIA paga davvero per essere informato e non per essere intrattenuto SIA può verificare se gli stai mentendo. Solo se si verificano questi due casi insieme possiamo avere informazione corretta ma in quello che troviamo normalmente in rete la regola che vige è questa: l’informazione è un mestiere e come tutti i mestieri ha bisogno di denaro. Agendo per denaro agisce solo se qualcuno ne eroga: o paga qualcuno per farla pubblicare o la notizia produce denaro in quanto tale perché è incredibile. Quindi ciò che non viene pagato da nessuno (il pagamento non è per forza in denaro può essere anche in favori, chiaramente) né stupisce nessuno, non viene mai pubblicato. Chiarito che quello che viene pubblicato è sempre figlio dell’interesse di qualcuno (del committente o del compratore), davanti ad una notizia è utile farsi queste domande:
1) a chi tornerebbe utile che X (il fatto in questione) accadesse? Se la risposta è “nessuno” la notizia è probabilmente falsa (nata per stupire) altrimenti
2) chi avrebbe interesse a che X accadesse ha i mezzi per far sì che X accada? Se la risposta è sì la notizia è probabilmente vera altrimenti

3) chi avrebbe interesse a che X accada potrebbe avere avuto i mezzi per farla accadere anche se io non sapevo che li avesse? Se sì allora la notizia è probabilmente vera altrimenti è probabilmente falsa. Inoltre

4) se ci sono 2 o più parti in causa che avrebbero convenienza nel distorcere X in una direzione o in un’altra, cosa è davvero successo? Se la notizia era a favore della parte più forte la notizia è probabilmente falsa altrimenti è probabilmente vera. Infatti tra due forze in gioco probabilmente il più potente avrà pagato di più la singola testata oppure avrà pagato più testate per dare la sua versione dei fatti.

Esempi:
Prendiamo la notizia “Asdrubale e Marcumberto si sono presi a colpi di bazooka sul monte Everest. Marcumberto ha giocato slealmente”.

1) Asdrubale e Marcumberto si odiano? NO. La notizia è probabilmente falsa.

2) Asdrubale e Marcumberto si odiano? SÌ. Bene. Asdrubale e Marcumberto possiedono dei bazooka? 2a) NO. La notizia è probabilmente falsa. 2b) SÌ. La notizia è probabilmente vera. Voglio dire: una cosa così grossa un giornale la pubblica anche se non lo paga nessuno, tanto vende copie a bizzeffe.

3) Asdrubale e Marcumberto si odiano? SÌ. Bene. Asdrubale e Marcumberto possiedono dei bazooka? NO. Ma… Asdrubale e Marcumberto potrebbero essersi procurati dei bazooka al mercato nero? 3a) non hanno minimamente né i soldi né le conoscenze per procurarseli -> La notizia è probabilmente falsa oppure 3b) sono due ex-guerrilleri boliviani, ricchissimi e sono già stati colti una volta con le mani in pasta in un traffico di armi. La notizia è probabilmente vera.

4) Chi è più ricco e potente? 4a) il più ricco e potente è Asdrubale. Probabilmente la notizia è falsa: Asdrubale vuole mettere in cattiva luce Marcumberto oppure 4b) il più ricco e potente è Marcumberto, la notizia è probabilmente vera, ma non vorrei essere il giornalista che l’ha pubblicata.

Quello che avrà sicuramente lasciato di stucco molti lettori è che io non abbia menzionato in alcuna categoria le notizie che vengono date per clamore, cioè perché sono così enormi da non poter essere ignorate. Ecco. Qui sta il punto. La società dello spettacolo, se vuole, può ignorare qualsiasi avvenimento. Non siamo nel paesino di campagna. Tu puoi fare una statua di 600 metri, ma se a nessuno torna utile dare l’informazione non verrà detto. Sarà quindi come se la statua tu non l’avessi fatta? No. Non del tutto. Ma sicuramente vi sarà un depotenziamento delle azioni non pubblicizzate ed un potenziamento fortissimo di quelle pubblicizzate. Banale, no?

Spero che questo schema possa risultare utile per le vostre ricerche in rete e per semplificarvi la vita in genere, buona informazione a tutti.

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