Eric R. Kandel – La mente alterata. Cosa dicono di noi le anomalie del cervello – Raffaello Cortina Editore, 2018
“Uno dei grandi passi avanti dell’era contemporanea è è stata la consapevolezza che Cartesio andava capovolto: in realtà “Io sono dunque penso”.
Questa inversione di tendenza è avvenuta alla fine del XX secolo, quando una scuola di filosofia che si occupava della mente, una scuola portata avanti da persone come John Searle e Patricia Churchland si è fusa con la psicologia cognitiva, la scienza della mente, ed entrambe si sono poi fuse con le neuroscienze, la scienza del cervello”.
Questa citazione, tratta dalla breve introduzione dell’ultimo libro di Eric Kandel, dà la misura dello sforzo computo da settori differenti delle scienze contemporanee per sviluppare un approccio il più possibile integrato al cervello ed alla mente intesi come oggetti di studio.
Questo ampissimo fronte di ricerca, nel quale Kandel stesso è inserito, produce un nuovo approccio biologico alla mente ed una sorta di “nuovo umanesimo”. Il volume si apre con un primo capitolo incentrato una panoramica storica essenziale della neurologia e psichiatria, discipline per lungo tempo distinte: qui, partendo dalle origini degli studi sul cervello, scorrono rapidamente le fondamentali figure di Emil Kraepelin, Broca e Wernicke, Camillo Golgi e degli altri studiosi impegnati nello sforzo iniziale di chiarificazione del funzionamento del cervello. L’unificazione neurologia-psichiatria è avvenuta attraverso tre fondamentali passaggi: gli studi di Kallmann sulla genetica dei disturbi psichiatrici, l’imaging cerebrale (che ha dato per la prima volta la possibilità di osservare in vivo il cervello umano durante il suo funzionamento), lo sviluppo dei modelli animali con manipolazione genetica, che hanno permesso di comprendere meglio la relazione gene-ambiente.
Questi passi in avanti sono coerenti allo sviluppo di una lunghissima serie di esperimenti e di congetture volte al trattamento delle principali malattie e disturbi mentali; questi sono concepiti sempre all’interno di quel nuovo approccio biologico alla mente ed al cervello che, stando alle parole di Kandel, stà producendo una rivoluzione conoscitiva di disturbi un tempo difficilmente trattabili come l’autismo (trattato nel secondo capitolo), il disturbo bipolare e la depressione (terzo capitolo), la schizofrenia (quarto capitolo). In effetti lo sviluppo di nuove classi di farmaci, i risultati avuti da analisi genetiche e da studi neurologici si sommano e si influenzano reciprocamente arrivando ad aprire spiragli inediti sia per il trattamento clinico che su questioni generali che riguardano la coscienza umana.
Se le attuali tendenze in campo terapeutico verranno confermate, si potrà dire che condizioni altamente invalidanti come la schizofrenia potranno essere non soltanto curate, ma attentamente prevenute. Certamente si può già oggi affermare che le nuove classi di farmaci sono notevolmente migliori di quelli in uso in passato: nel caso della depressione i risultati ottenuti con la Ketamina sono sorprendenti e nonostante questo farmaco non possa esere assunto per lungo tempo, la sua scoperta è stata il maggior progresso farmacologico degli ultimi cinquanta anni. Restano ancora, come ovvio, disturbi difficili da trattare o conoscitivamente incompleti dal punto di vista genetico, come nel caso del disturbo bipolare. Ma i progressi sono stati evidenti nel trattamento della schizofrenia, grazie all’uso della Torazina, e si è andati anche oltre sviluppando nuovi farmaci antipsicotici, come la clozapina, che comportano minori effetti collaterali. Anche le varie forme della demenza (trattate nel quinto capitolo), il Parkinson, il Morbo di Huntington (settimo caitolo) e quello di Alzheimer stanno trovano un nuovo approccio terapeutico: molto sembra essere direttamente correlato ad errori di funzionamento di specifiche proteine che creano degli aggregati tossici i quali uccidono singole classi di neuroni.
È inoltre molto significativo il fatto che tutte queste malattie neurodegenerative siano interconnesse tra loro e con il Morbo di Kreutzefldt-Jakob, la Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), i disturbi da stress post traumatico. I meccanismi di base sembrano essere simili, e questa riconduzione di una molteplicità di sintomatologie ad una comune origine sembra promettere molto per il prossimo futuro. L’esame di quanto il cervello sia strettamente correlato alle più complesse questioni mentali si arricchisce anche di aspetti morali nell’ottavo capitolo, grazie ad alcuni sorprendenti casi, come quello di un uomo chiamato Elliot. A seguito dell’asportazione di un tumore dal cervello il suo carattere mutò profondamente ed in particolare Elliot divenne incapace di provare empatia e di decidere alcune questioni banali della vita quotidiana: l’operazione aveva compromesso alcune aree deputate all’elaborazione dell’emozione, cosa che comprometteva l’ operatività nel caso in cui sia necessaria una decisione morale.
Anche altre questioni, come le dipendenze e le questioni di genere, sono ricondotte da Kandel ad un retroterra cerebrale nei capitoli nono e decimo, che escono entrambi dal percorso generale del volume ma sono istruttivi di come e di quanto le neuroscienze possano direttamente farci capire meglio questioni altrimenti difficili da trattare. Notevolissimo è il caso delle dipendenze alimentari il cui studio ha rivelato somiglianze con le tossicodipendenze: una reazione esagerata di ricompensa all’assunzione di un cibo genera un impulso iniziale ad una nuova assunzione di quel cibo; questo poi porta però ad un diradamento dei recettori della dopamina a livello cerebrale, cosa che produce paradossalmente una gratificazione ridotta del cibo e quindi un aumentata necessità di quel cibo per arrivare ad una gratificazione equivalente a quella iniziale. L’obesità è quindi un risultato di cambiamenti cerebrali legati ai meccanismi di ricompensa (circuito neuronale della dopamina); non si tratta di un fallimento morale del singolo individuo ma di una questione di assetto neuronale, spesso reversibile.
Un ultimo capitolo è dedicato alla coscienza in quanto tale ed è dedicato a come l’imaging cerebrale è stato utilizzato per comprendere meglio alcuni stati di coscienza ed a come il cervello dia luogo alla mente. Viene anche poi rivisitata l’utilità della psicoanalisi attraverso la nuova biologia della mente, che offre nuovi obiettivi e nuova spinta propulsiva alle idee di Freud.
Nel complesso il libro di Kandel offre molti spunti ed è ricco di informazioni a volte controintuitive; si tratta di un ottimo testo divulgativo, anche se, come spesso accade nella collana Scienza ed Idee di Raffaello Cortina Editore, il prezzo del volume è abbastanza impegnativo, ben 27 euro. Ma sono certamente soldi piuttosto ben spesi.
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