Sappiamo cosa fare per salvare il mondo in modo autonomo, comodamente seduti a casa, sappiamo che dobbiamo unirci per creare comunità solidali e attive, invece che virtuali e passive, ma che azioni si posson fare per le strade per combattere il consumismo?
Un tempo il movimento hyronista aveva due pratiche simpatiche per la “lotta di strada”, non particolarmente efficaci su larga scala ma sicuramente innovative, diverse e di effetto – se non grande – almeno buono. Queste tecniche erano una costruttiva (lo welling) ed una distruttiva (la demercificazione).
La prima pratica, il cosiddetto “welling”, consisteva semplicemente in questo: il consumismo ci vuole tristi ed isolati, privi di contatti umani tra di noi. Bene: il buon hyronsita si alza presto al mattino e, col sorriso più sincero e la miglior gioia empatica, va in giro per la città a sorridere a tutti, salutare, avere una buona parola per ognuno. Fine. In una metropoli quasi non si nota, ma lo fate con costanza in un paesino potete ottenere miracoli.
Una seconda tecnica, la “demercificazione”, consisteva invece nell’impadronirsi di ogni possibile pubblicità trovata nelle strade, e gettarla nel raccoglitore urbano dei rifiuti cartacei. C’era un distinguo: se la pubblicità era di eventi culturali, veniva salvata. Ma tutta la pubblicità che chiedeva soldi o voti veniva sistematicamente spazzata via. La ragione di questo gesto era cercare di ridurre per quanto possibile la pressione vogliettista del consumismo sugli esseri umani. Purtroppo stiamo parlando degli anni ’00, oggi con gli schermi ovunque e le pubblicità su internet questa seconda cosa è meno interessante. Ma si può fare lo stesso, magari non più sistematicamente strada dopo strada, ma quando capita… perché no?
Il primo dei due metodi, però, io continuo a farlo appena ne ho l’occasione. Nemmeno a quello dedico più un preciso tempo della giornata, né mi organizzo con gli altri hyronsiti per andarlo a fare. Ma lo faccio appena posso, e credo che abbia oggi, al contrario del secondo, più significato e più forza di quando è nato. Proprio perché oggi i contatti umani sono ulteriormente diminuiti. Una cosa che faccio, ad esempio, è evitare sistematicamente ogni genere di cassa automatica e scambiare una parola amichevole con il casellante dell’autostrada, il venditore di biglietti del cinema, o la cassiera che devono lavorare accanto a quei mostruosi marchingegni che rischiano di togliere a loro il lavoro e a noi il piacere di un’esperienza umana.
Chiarisco.
Non vedo nello welling né tanto meno nella demercificazione soluzioni a lungo termine per i problemi del nostro sistema sociale. Sono simpatiche vie di mezzo tra andare a vivere tra i lupi (che, se fatto in gruppo sarebbe, probabilmente, la vera soluzione) o omologarsi completamente, non hanno grandi pretese come metodi di azione sociale. Non possono in alcun modo sostituire i cortei o i boicottaggi. Però il loro pregio è di essere un paio di idee carine venute a dei ragazzi tra i 20 e i 30 anni come potevamo essere io, Matto Innocenti, Mattia Dal Bianco e Olga Mazzolini. Hanno i l grande pregio di essere bei ricordi, e di essere un piccolo monito: non siamo sempre e per forza condannati a ripetere modalità di azione sociale che ci hanno tramandato e che non sempre funzionano, quando qualcosa non funziona si può sempre reinventare.
E, almeno un po’, magari poi funziona anche.