Scrivere qualcosa di nuovo sulla scuola in Italia è ormai un compito davvero difficile: in un lungo arco di tempo sono stati infatti pubblicati libri ormai definibili come veri e propri classici sul tema. Mancava però una voce nuova e incisiva, la voce di chi abbia vissuto in prima persona i più recenti dissesti della scuola, dell’Università ed infine del difficile inserimento nel mondo dell’insegnamento.
Questo compito poteva essere assolto esclusivamente da chi avesse attraversato, per ragioni generazionali, tutto questo percorso in un momento di particolare sbandamento e precarietà dell’istituzione stessa. Un momento in cui si sommano in modo a volte caotico e pericoloso vecchi e nuovi problemi, dando luogo ad una situazione profondamente scoraggiante. Da questo quadro però emerge con netto contrasto proprio questo volume, quarta pubblicazione dell’Autrice, che giunge alle librerie dopo un breve Manifesto della Nuova Umanità – interessante sintesi del punto di vista di questa giovane filosofa e poetessa aretina sui problemi della scuola. Sono poi seguiti tre volumi di poesie, l’ultimo dei quali ha anche ricevuto il premio speciale della giuria nella sezione “poesia inedita” alla 44° edizione del Premio Casentino.
A tutto questo è infine seguito L’alunno, un libro che emerge per contrasto dal panorama attuale proprio perchè riafferma, in modo ammirevole ed assolutamente limpido, la possibilità e la necessità di un nuovo equilibrio per la scuola. Un equilibrio più avanzato e dignitoso di quello attuale, dove ancora oggi viene percepita come pericolosa anomalia una docente che cerca di non sottostare a sistematiche prassi di violenza da parte di alcuni alunni e di colpevole sottovalutazione dei problemi da parte della dirigenza scolastica. Un equilibrio nuovo e necessario, nel quale i problemi vengono finalmente chiamati con il loro nome e non soffocati nell’anonimato, grazie all’idea secondo la quale “meno problemi ci sono, meglio è”.
Per costruire questo nuovo equilibrio ognuno si dovrà prendere le proprie responsabilità, rinunciando a nascondere delle colpe che ormai sono evidenti a chiunque. Famiglie in crisi, singoli docenti e presidi: sono tante le figure che passano in rassegna in questo libro e per ognuna la Lombardo riesce a trovare le giuste parole, il ragionato disprezzo e la giusta, ammirevole, stima. A questo si sommano altri fattori: dalla solitudine dei docenti, alla scuola ridotta ad azienda fino al ruolo della tecnologia. Molti temi, ordinati in un disegno complessivo nel quale niente va perso e che mette capo ad una volontà di riscatto esplicita: perchè se si è daccordo sul fatto che il sistema dell’istruzione è nel suo complesso in uno stato miserevole, allora diventa necessario un riscatto ed una una ricostruzione collettiva a cui finalmente partecipino con coraggio gli stessi docenti, dall’interno dell’istituzione. Se questo avverrà, a giovarsene sarà l’Italia intera.
E potremo finalmente essere grati, tutti, senza distinzione alcuna, a persone come Lucrezia Lombardo, professoressa di ordinaria straordinarietà.
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