Quando io andavo a Lucca Comics nel 1995 eravamo pochi e reietti. In una società quando un gruppo è piccolo ci sono solo due possibilità: o rappresenta qualcosa che non piace al potere centrale oppure rappresenta qualcosa che piace moltissimo al potere centrale ma che ancora non è molto sviluppato. Noi, nello specifico, eravamo un’avanguardia di qualcosa che al potere centrale piaceva eccome. Ma cosa?
Se oggi si va a Lucca Comics, la quantità di persone presenti è impressionante, nessuna manifestazione politica potrebbe portare in piazza una quantità di persone del genere, e probabilmente neppure un grande evento musicale ci riuscirebbe. Secondo la polizia, solo questo venerdì secondo la Polizia Municipale il festival conteneva 500.000 persone. Ed era solo venerdì. Che cifre otterremmo sommando anche sabato e domenica?
Non c’è bisogno di una mente geniale per capire che numeri del genere possono essere realizzati solo con l’aiuto di grandi strutture, e le strutture più sono grandi più sono legate al potere centrale. Quindi la domanda torna: cosa contiene di così interessante Lucca Comics per il potere centrale?
È chiaro che qualcuno dirà: “ci sono anche altri festival che fanno la stessa cosa, e non con lo stesso successo, la risposta è semplice: gli organizzatori di Lucca Comics sono i più bravi”. Questo è vero, sicuro. Però resta il fatto che tutti questi festival stanno crescendo esponenzialmente. E quando qualcosa cresce esponenzialmente i casi possono essere solo due: o il potere centrale li sta aiutando a crescere o non li sta fermando. In ogni caso vuol dire che gli va più che bene che crescano. Quindi la domanda resta: perché? Cosa se ne fa il potere centrale di films, fumetti e videogiochi?
La risposta è semplice: un tempo la società era piramidale ma i popoli e le persone che occupavano i vari gradini quasi non conoscevano i gradini superiori o quelli inferiori. Se ne parlava ogni tanto, ma non troppo, l’informazione era molto relativa. Con internet le cose sono radicalmente cambiate. Tutti sanno tutto, o quasi. Soprattutto, quasi tutti sanno come funzionano più o meno le strutture della società globale. E questo è inaccettabile, insostenibile.
Come accettare di essere dei poveracci rispetto ad un 1% di superuomini che detiene il 48% delle ricchezze dell’intero pianeta? Come accettare di avere quel che abbiamo solo grazie all’omicidio di massa quotidiano che perpetriamo nei confronti di coloro che hanno ancora meno di noi? Più di tre milioni sono i morti per fame solo tra i bambini ogni anno, più di 8.000 al giorno… e sono solo i bambini. Come accettare una cosa del genere?
Ne deriva, potentissimo, un bisogno di alienazione in tutti o quasi gli esseri umani della classe media.
L’esperimento Milgram, nel 1961, dimostrò che “l’obbedienza dipende anche dalla ridefinizione del significato della situazione.” Quindi se io vivo in un mondo parallelo in cui mi trovo bene, il bene trionfa sempre e tutto è bellissimo, faccio meno fatica a vivere qualche ora al giorno, giusto il tempo di svolgere il mio lavoro, in un mondo in cui mi trovo male, in cui il male trionfa sempre e tutto è orribile.
Ecco a cosa servono films, fumetti e videogiochi al potere centrale: sono un potentissimo ed utilissimo strumento di alienazione e l’alienazione serve all’obbedienza, perché nessuno potrebbe mai lavorare in un tritacarne come il nostro mondo senza astrarsene se non completamente almeno nella maggior quantità possibile.
Anche Tolstoj nel saggetto “Perché la gente si droga” ci ricorda che solo grazie ad alcool e tabacco l’assassino di una sua parente era riuscito nel delitto. Come le sostanze alteranti, anche i mondi paralleli e fantasy possono servire al “di-vertimento”, ovvero all’allontanamento delle persone dal reale.
Dopo aver “di-vertito” le opere d’arte, i films, i fumetti, i videogiochi, possono scegliere se “ri-vertire” il pubblico, “con-vertirlo” oppure “in-vertirlo”, come se si trattasse di un aereo che una volta decollato può scegliere dove atterrare. E la scelta è chiaramente del pilota. Se il pubblico viene “ri-vertito” egli torna alla realtà con occhi nuovi e la vede meglio, più chiaramente, e può agire su di esse in modo più efficace, come nel caso delle opere dei surrealisti, o anche dei fumetti di Héctor Oesterheld o dei films di John Carpenter. Se invece il pubblico viene “con-vertito” torna alla realtà con una percezione delle cose allineata a quella che voleva l’artista, come quando durante ogni regime si manipola l’opinione pubblica con films propagandistici, o come si fa tutt’ora con molti films, videogiochi o fumetti. Se – infine – il pubblico viene “in-vertito” torna alla realtà con una percezione delle cose semplicemente distorta ed autodistruttiva, come nel caso delle dottrine che portarono al suicidio di massa di Jonestown, ma non solo. Si può anche convincere un’intera popolazione che bere alcool sia bene per decimarla come successe coi pellerossa in America del Nord. Anche l'”in-versione” è talvolta interessante per il potere centale, quando si vuole sbarazzare velocemente di pesi morti o potenziali ribelli.
Il potere centrale può ha sempre bisogno di alienazione con-vertente, spesso di alienazione in-vertente, raramente di alienazione ri-vertente. Di quest’ultima infatti ne ha bisogno solo quando deve fronteggiare una crisi più grossa di lui ed allora ha bisogno che le inteligenze dell’umanità si sveglino per un attimo per fornirgli una soluzione alla crisi e poi si riaddormentino placide.
A questo punto ci sono da dire almeno due cose: 1) cos’è l’alienazione pura e perché non conviene a nessuno, neppure al potere centrale, e 2) quali sono le forme d’arte più convenienti al potere centrale e quali quelle più convenienti all’umanità.
L’alienazione pura è quel tipo di alienazione che non “ri-verte”, non “con-verte” e non “in-verte” neppure. Va pensata come un aereo che non atterra, e quindi naturalmente ad un certo punto finisce il carburante e precipita. Un esempio è il fenomeno dell’hikikomori in giappone (e ormai non soltanto) in cui il soggetto si isola da tutto e da tutti e si lascia morire. Questo ovviamente non interessa e non serve neppure al potere centrale. “O guidi, o segui o ti togli di mezzo”, citando il bellissimo film Idiocracy, quindi il potere centrale ha bisogno di gente che guida l’umanità verso i suoi fini, di soldati che seguono oppure di gente che si toglie di mezzo. In nessun caso ha bisogno di zombies che restano nel mezzo indecisi. Per paradosso gli alienati puri costituiscono un’involontaria forza di opposizione e resistenza al potere centrale. Ma ovviamente non è una strada da seguire: ci si rimettono salute mentale e fisica per ottenere ben pochi risultati. Perché gli alienati completi scalzasse il potere centrale ci vorrebbe un’alienazione completa di massa, e questo è praticamente impossibile con le condizioni odierne e anche impensabile in qualsiasi possibile scenario futuro.
Le forme d’arte più comode per il potere centrale sono, semplicemente, le più costose, e quelle più comode per il suo avversario naturale, l’umanità, sono le meno costose. Per questo un libro può essere ribelle senza alcuno sforzo, un fumetto riesce ad esserlo con poco sforzo, un film con un grande sforzo ma un videogioco è quasi impossibilitato ad esserlo. Per produrre un libro infatti basta una penna, della carta e del tempo, mentre i costi di produzione di un videogioco variano dai 10 ai 50 milioni di euro. Siccome l’umanità prospera laddove ognuno persegue i suoi reali desideri e bisogni mentre il potere centrale prospera laddove tutti si uniscono per bisogni che in realtà nessuno in particolare avrebbe, si capisce facilmente che solo un opera realizzata da poche mani può battersi contro il potere centrale. O moltissime, ma tutte realizzate da poche mani. Laddove si verifica una cointeressenza troppo vasta sicuramente ci troviamo davanti ad un opera che è prodotto o favorisce il potere centrale, perché ogni interesse ed ogni opinione ha fisiologicamente sempre e solo pochi sostenitori schietti. Quando son troppi molti son falsi, cooptati, abbindolati, oppure semplicemente lo fanno per soldi. Ma anche l’esigenza di avere soldi non è che una emanazione e purificazione della tendenza umana chiamata potere centrale. [Mi rendo conto che dovrei approfondire questo punto ma uscirei troppo dal tema e quindi gli dedicherò un altro articolo in futuro.]
Per concludere, risponderò ad un ultima questione che è indispensabile trattare per completezza: come fa il potere centrale a fare in modo che le opere ri-vertenti siano schiacciate e spazzate via da quelle con-vertenti o in-vertenti che fanno comodo a lui? Appunto, con l’uso massivo di denaro: a Lucca Comics – come in altro festival del genere – ci sono le auto produzioni sì, ma l’altoparlante annuncia continuamente gli eventi delle mega produzioni, le quali hanno anche stands più grandi, bandiere enormi dedicate, schermi, action figures, e via dicendo. Questo fa sparire le auto produzioni? Ovviamente no. Ma le rende – loro e i loro fans- residuali. E tutto ciò che è residuale tende a sparire e – comunque – non ha la forza di ostacolare il potere centrale. In più, tutto ciò che è residuale, ha l’utile funzione di sfogare innocuamente le pulsioni artistiche e rivoluzionare di gente che magari, se non avesse altra vi d’uscita, si farebbe venire qualche idea geniale per spazzare via il potere centrale o quanto meno mettergli i bastoni fra le ruote seriamente.
Ricapitolando: l’informazione di massa ha creato un grande bisogno mentale di alienazione, il potere centrale ha quindi bisogno di alienazione che si produce con il di-vertimento; il di-vertimento può poi produrre alienazione ri-vertente, con-vertente, in-vertente o pura. Al potere centrale serve sempre alienazione con-vertente o in-vertente, quasi mai ri-vertente e mai totale.
Non c’è alcun modo di difendersi se non rinunciando completamente all’alienazione oppure utilizzando solo piccoli mezzi di alienazione sicuramente ri-vertenti.
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