La terribile malattia che sta uccidendo milioni di italiani – e non solo – è stata scoperta di recente da me, anche se non sono un ricercatore biochimico, anzi forse proprio perché non lo sono. Miete vittime ovunque e anche quando non uccide lascia in condizioni dolorose e faticose il malato. La sua vita difficilmente torna come prima e, se anche ci torna, mai senza pagare un altissimo prezzo.
Si tratta di una nuova forma perché questa malattia era stata già vista prima in Africa e in India, con conseguenze disastrose, e anche in sud America. Ma il ceppo che colpisce Europa, Canada, Stati Uniti e tutti i paesi ricchi in genere è un ceppo deviato.
Milioni di bambini in aree povere infatti muoiono da sempre di poverite, ma non della poverite che colpisce noi. Sì, la poverite è la malattia che ci sta decimando in massa.
Ma non muoriamo di scarsità di risorse reale, di mancanza di sostentamento primario come i malati di poverite del terzo mondo, il nostro ceppo è ben più virulento e coriaceo. Se la tradizionale poverite era infatti curabilissima grazie a donazioni di denaro, farmaci o beni di prima necessità, nessuna donazione sembra fare effetto sui malati di poverite del primo mondo.
I malati di poverite del primo mondo vengono solitamente infettati da piccoli. Se conociamo bene il batterio infattenate, il consumismo, il veicolo di trasmissione della poverite è però plurimo e per questo è difficile se non impossibile vaccinare i nostri piccoli contro il contagio: se non la prendono dalla televisione la prendono al centro commerciale, se non la prendono al centro commerciale la prendono navigando in rete e se non la prendono navigando in rete la prendono comunque per via area dai loro amici e compagni di giochi.
I primi sintomi sono egoismo ed avidità smodate, che i malati di poverite tendono a chiamare orgoglio e indipendenza. Il malato di poverite, come il malato di tenia, non è mai soddisfatto di niente: nessuna quantità di affetto, attenzioni o denaro può mai placarlo. Ogni compromesso gli è del tutto inaccettabile, perché il virus lo fa cadere in un delirio in cui crede di essere “speciale”, di “meritare di più”: non può mai essere contento con una parte della torta, la vorrà sempre tutta. E se gliela darete tutta ne vorrà un’altra, poi un’altra ed un’altra ancora.
La poverite è la malattia dell’infelicità, l’infelicità è infatti il suo sintomo ultimo, quello che porta i malati di poverite alla depressione e poi anche alla morte.
Vi direi di stare attenti al contagio ma probabilmente voi che mi leggete, come me, ormai l’avete già contratta tutti. Ma qui arriva la buona notizia: ho scoperto un medicinale che può quantomeno lenire i nostri dolori se assunto con frequenza. Si chiama “stokazzo”. Con iniezioni regolari di “stokazzo”, l’unico medicinale trovato efficiente contro le crisi più acue di poverite, potrete soffrire meno e uscirne quasi indenni.
Le modalità d’uso dello “stokazzo” sono semplici, basta applicarlo in fondo ad ogni ragionamento che la poverite fa produrre ai vostri neuroni malati. Facciamo qualche esempio: “Non no ho l’auto dei miei sogni”. Stokazzo. “La mia donna è bellissima ma ho visto una rossa tutto pepe l’altro giorno a una festa che se solo ci provassi forse ci starebbe”. Stokazzo. “Il mio stipendio è più basso di quello del mio amico”. Stokazzo.
Vedete? Funziona.
Molte vite sono già state salvate e continuano ad essere salvate ogni giorno grazie al miracoloso farmaco “stokazzo” che ho recentemente scoperto ristudiando le ricerche degli anni ’60 e ’70 svolte dal professor Charles Bukowski in questo settore quando la poverite stava iniziando a diffondersi in america settentrionale.
E c’è un’altra buona notizia: ho deciso di rilasciare la ricetta gratuitamente e di non brevettarla quindi potete produrre tutta la quantità di “stokazzo” di cui avete bisogno comodamente a casa vostra senza dover passare dalle industrie farmaceutiche.
Quindi divertitevi, abusatene: lo “stokazzo”, non ha controindicazioni.