Almeno da quando esiste la civilizzazione, il potere centrale (epsressione inventata da A.L. Huxley) c’è sempre stato ed è stato sempre più efficace con un grafico di progressione quasi privo di oscillazioni.
Feudalesimo, capitalismo e ogni altro sistema di potere non sono stati altro che progressivi perfezionamenti di uno stesso sistema, o quanto meno di una stessa tendenza di sistemizzazione: quello che chiamo “potere centrale”, appunto.
Il potere fu, dapprima, in mano ad ogni singolo individuo ed esercitato nei limiti della sua singola persona o al massimo delle due o tre persone su cui poteva imporsi e per il tempo in cui riusciva a imporsi.
Poi piano piano il potere iniziò a creare strutture su strutture su strutture sempre più complesse, con catene e filiere sempre più lunghe, sempre più diramate di servitori. Il potere divenne su di uno spazio di terra, poi su di una regione, infine una nazione, e poi riuscì – col nome di potere economico – ad inglobare tutto il pianeta.
Anche il numero di istituzioni cerca costantemente di diminuire: gli stati si accordano, si federano, spariscono i poteri locali, e si cercano di ridurre anche quelli degli individui, delle famiglie.
In questo senso l’abolizione della schiavitù e la lotta femminista sono esattamente inquadrabili nel cammino lento ma inesorabile del potere centrale.
Le piantagioni del sud degli Stati Uniti avevano strutture spesso forti e non era raro che disponessero di una piccola milizia. Il potere degli Stati non poteva entrare in quei posti, la polizia non aveva reale potere lì dentro. Eliminati questi piccoli poteri il potere centrale acquisì forza.
Allo stesso modo all’interno della famiglia patriarcale, specie se allargata, il pater familias aveva un piccolo potere sugli individui all’interno della famiglia. Il femminismo prima e poi le lotte per i diritti dei gay arrivarono e portarono via questo potere. In alcune regioni il lavoro in questa direzione non è ancora finito ma possiamo confidare che lo sarà presto.
Paradossalmente anche le lotte per l’indipendenza di ogni paese possono essere un passo avanti per il potere centrale, perché quando non ci sarà più potere politico il potere “economico” avrà infine in mano tutto senza dover più nemmeno fare accordi coi politici, che oggi sono comunque già solo suoi semplici camerieri. Se invece si vuole separare un piccolo stato per “sottrarlo” al potere centrale la cosa viene osteggiata come fosse un cancro. Una volta fuori dal controllo centrale che potrà mai fare? Aiuto! Il popolo teme sempre e sempre combatte ciò che non conosce. E se qualcosa che si vuol fare è sconosciuto al mondo intero si può star certi che si tenterà di spazzarlo via.
Non ci è dato sapere se il potere centrale sia un complotto di illuminati, sionisti, rettiliani o che altro, ma io temo che il problema sia più grave di così. Siamo noi che stiamo complottando contro noi stessi.
La pigrizia, la voglia di vivere al sicuro, la paura del domani… ecco cosa alimenta il potere centrale. Si pensa sempre che un grande potere possa darci grandi sicurezze. E di certo lo fa. Ma a scapito di chi nasce il giorno dopo. Chi nasce infatti si trova in un mondo in cui si è più sicuri del giorno prima ma meno liberi. Non solo vendiamo la nostra libertà, ma anche quella che non ci appartiene.
Infiancchito dallo scarso esercizio della propria libertà, il nuovo venuto non avrà neppure lo stimolo a cercare di ottenerla. E, se lo avrà, chi già è lì da tanto farà in modo che gli passi il più in fretta possibile: gli manderà la polizia a manganellarlo, lo strozzerà con un sistema bancario che lo renderà schiavo o forse si limiterà a fargli perdere la voglia di battersi circondandolo di indifferenza e attrazioni luminose: cinema, videogiochi… “la tua gabbia è bella, smetti di cercare di uscirne sbattendo la testa contro le sbarre. Ti fai del male proprio mentre potresti farti del bene” sembra ci dica il potere centrale dai suoi mille schermi.
Il lato oscuro del potere centrale può essere moderato ma non abbattuto. Infatti nessuno di noi oggi vorrebbe tornare allo stato di natura. E se anche a qualcuno andasse bene questo qualcuno – evidentemente – non è né la maggioranza né una minoranza degna di nota. Quindi, sbarazzarsene, non si può. Si può solo arginarlo in modo da contenere il suo potenziale orwelliano il più a lungo possibile. Ma anche per questo mi chiedo se non sia già troppo tardi.
Quello che mi consola è che ancora non abbiamo i chip sotto la pelle ed abbiamo una parvenza di libero arbitrio. Se anche solo riuscissimo a conservare questo piccolo spazietto di libertà un po’ a lungo lo considererei un successo.
Ma il “problema centrale del potere centrale” è un macigno inamovibile nel cuore dell’animo umano: nessuno vuole subire ingiustizie, nessuno vuole temere qualcuno che, più forte o più potente di noi, possa fare ingiustizie nei nostri confronti. Per non subire ingiustizie da chi ci è superiore per forza o potere bisogna avere a disposizione un’autorità ancora più forte e potente che possa fermare quella che ci minaccia. E poi per difenderci da quella ce ne vorrà ancora un’altra, ancora più forte e ancora più potente. Finché alla fine ne creeremo una così forte e potente che non si potrà creare niente di più forte o potente. E quell’entità potrà fare di noi ciò che vorrà. Non avremo alcuna difesa.
La strada sarebbe liberarsi dalla paura. Ma chi vuole questo? Chi può fare questo? Tanto più che la paura a volte è fondata, fondatissima. E non abbiamo alcuno strumento certo per sapere quali siano le volte in cui la nostra paura è fondata e quelle in cui non lo è.
Il potere centrale avanza, non può che avanzare. Ma cerchiamo di arginarlo, cerchiamo di non farci travolgere. Cerchiamo di ricordare sempre che assumersi qualche rischio vale la pena, assumersi qualche rischio è l’unica via per mantenere quel po’ di libertà che ci rimane, e ricordiamoci anche che quando ogni libertà sarà finita sarà anche finito il senso della nostra vita.
[…] tutti il potere di comprare un prodotto od un altro e così via. Questo al vero, grande, unico Potere Centale (oppure ai poteri centrali, perché il fatto che ne esista uno solo è molto discutibile ad oggi), […]
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[…] potere centrale (che non è né una persona né un gruppo di persone ma una tendenza umana) ha l’unico […]
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[…] quando un gruppo è piccolo ci sono solo due possibilità: o rappresenta qualcosa che non piace al potere centrale oppure rappresenta qualcosa che piace moltissimo al potere centrale ma che […]
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[…] infatti è una cosa ben diversa da una setta, anche e soprattutto per le sue dimensioni. Il potere centrale (che non è una persona ma una pulsione umana, una media tra le forze in gioco) infatti ad oggi ha […]
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[…] Partendo come mio solito dalle ricerche di Huxley saggista, cercherò di spiegare perché al potere centrale convenga questa situazione e come è stata ottenuta nel tempo, nella ferma convinzione che tutto […]
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[…] a chi servono e come servono. Per rispondere a chi servono mi limiterò a dire “servono al potere centrale, perché ogni idea diffusa e permanente come generale lo può essere solo nel caso in cui faccia […]
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[…] quel pulsante verrà schiacciato. In campo sociale questo principio viene ampiamente usato dal potere centrale per pilotare grandi movimenti di massa. Sappiamo, ad esempio, che il potere […]
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[…] ordine sociale sarà mai giusto al 100%, ma insomma… si va a stare un pochino meglio. Il potere centrale lo sa, ed usa i media dalla mattina alla sera (e anche di notte) per fare una rivoluzione non […]
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[…] Al di là del fatto che la moda cambi o meno. Il consumismo è, infine, l’attuale araldo del potere centrale, che ha attraversato le epoche dell’uomo sotto vari aspetti: feudalesimo, comunismo, […]
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[…] figuriamoci senza leggere da un libro. Questo ci rimanda ancora una volta al discorso del potere centrale. Il potere centrale più che cresce e più che ha bisogno di succubi. I […]
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[…] dal consumismo, e quindi dal potere centrale ovvero dalla media delle paure di tutti noi (non sai cosa sia il potere centrale? niente paura, leggi qui!). Vostro figlio sarà quindi ovviamente introdotto, appena entra in società, in un mondo che lo […]
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[…] che Illich chiama “la polarizzazione del potere” ed Huxley, più semplicemente, il potere centrale. L’accentramento del potere sempre maggiore crea mostri e problemi e inquina le nostre […]
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